"Precisamente ad un anno dalla sua nomina, Claudia Ceroni si è dimessa da Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia, con la seguente motivazione: "Alla luce dei pressanti impegni di lavoro e di sopraggiunte vicende personali, ritengo di non poter destinare a questo ruolo quanto sono convinta sia necessario".
Peccato, perché la nomina della Ceroni aveva riscosso il favore della Città, non solo degli ambienti che condizionano i "poteri", Fondazione compresa. E l'apprezzamento è stato ben riposto, poiché la Ceroni ha svolto il ruolo con passione, come si evince anche dalla dichiarazione riportata nello stringato comunicato stampa. E con capacità; inoltre, ha dimostrato attenzione nei confronti dei cittadini della Spezia e della Lunigiana, conscia che la Fondazione è stata possibile grazie ai loro risparmi.
Eppure nessuno delle Istituzioni ha elogiato il suo lavoro e tantomeno le ha chiesto di ritirare le dimissioni. Silenzio assoluto e nessun approfondimento, neppure da colui che le ha definite "un fulmine a ciel sereno".
Muti, perché la decisione merita di essere rispettata o perché aveva ragione chi l'anno scorso parlò di una presidenza a termine, con Andrea Corradino pronto a subentrare non appena avesse terminato il periodo di incompatibilità sancito da un parere ministeriale?
Invero io e tanti altri dubitammo che un notaio si prestasse alla staffetta e la mia convinzione si rafforzò allorché il 6 dicembre 2019 Andrea Corradino fu nominato presidente del Comitato Territoriale Liguria, una nuova istituzione creata da Crédit Agricole Italia.
Fra l'altro, oltre alla possibile nuova incompatibilità, Corradino non può essere nominato Presidente della Fondazione, essendone stato consigliere circa cinque lustri fa: dall'11 maggio 1994 al 4 marzo 1996, quando si dimise perché nominato (lo stesso giorno) vicepresidente della Cassa di Risparmio della Spezia; il 17 aprile 2000 ne divenne Presidente e lo è rimasto fino alla morte della banca spezzina, nel 2019. Dopo 177 anni spariva la banca del territorio, nel silenzio generale e con il consenso di tutto il CdA, Presidente compreso!
Quindi, Corradino non ha neppure il requisito primario e ciò fa decadere ogni illazione al riguardo, sempreché non trovi conferma quanto paventano le malelingue: il consigliere Carlo Lupi si dimette e subentra Andrea Corradino, che subito dopo viene nominato Presidente.
Sarebbe una nomina formalmente valida, ma decisa un anno prima non si sa da chi, con accordi, scambi ed inciuci assunti in sfregio alla Fondazione ed al suo Consiglio e pure alla cittadinanza. Nel tal deprecabile caso sarebbe buona cosa che l'elezione non avvenisse per acclamazione (come per Claudia Ceroni), ma con appello nominale, in modo che i cittadini sappiano come hanno votato i consiglieri. In nome della trasparenza (e della Democrazia)".
Flavio Cavallini, ex dirigente pubblico e consigliere comunale