Claudia Ceroni lascia e si dimette da presidente di Fondazione Carispezia. A un anno esatto dalla sua nomina ai piani alti dell’ente di via Chiodo, viene confermato il quadro che Gazzetta della Spezia aveva anticipato, in totale solitudine, già ad aprile 2019, dando per molto probabili le dimissioni della Ceroni a giugno 2020, in una sorta di “staffetta” già stabilita ai blocchi di partenza con l’avvocato Andrea Corradino.
Così è accaduto: nella seduta del consiglio di indirizzo di ieri (mercoledì 10 giugno, ndr), Ceroni ha comunicato le proprie dimissioni, “alla luce dei pressanti impegni di lavoro e di sopraggiunte vicende personali”, tra cui la dolorosa morte del padre Francesco a marzo.
“Ritengo di non poter destinare a questo ruolo quanto sono convinta sia necessario – ha dichiarato Ceroni – Le dimissioni che ho comunicato sono quindi una scelta dettata dalla consapevolezza, ma anche dalla responsabilità di voler riservare il migliore futuro possibile al nostro territorio, per il cui bene questa Fondazione esiste ed opera”.
Ma al netto delle note ufficiali, le date raccontano che il numero uno delle Fondazione ha rassegnato le dimissioni proprio nel momento in cui viene meno l’incompatibilità della “transizione” di Corradino, ex presidente di Carispezia, nella stessa Fondazione, confermando così il quadro delineato più di un anno fa dal nostro giornale.
Lo statuto, infatti, impone un’attesa di un anno (dalla cessazione dell’incarico) per il passaggio dei componenti degli organi della società bancaria conferitaria all’interno della Fondazione. Un’incompatibilità che era stata certificata anche dal ministero dell’Economia, che per legge vigila sulle fondazioni bancarie verificando anche l’applicazione degli statuti. In questo senso le dimissioni di ieri di Ceroni confermerebbero il suo ruolo di “traghettatrice” della Fondazione ricoperto per un anno.
I prossimi passi? Dal punto di vista operativo, per garantire la normale prosecuzione delle attività le funzioni di presidenza verranno esercitate da Claudia Ceroni fino all’insediamento del nuovo presidente. Resta però da coprire anche un posto nel consiglio di indirizzo che la notaia spezzina ha lasciato insieme all’incarico di presidente: una commissione composta dalla stessa Ceroni, dal direttore generale Vittorio Bracco e dal membro del collegio sindacale Alberto Funaro proporrà infatti al consiglio una terna di candidati consiglieri. Al cui interno con tutta probabilità figurerà anche Corradino.
Ricevuto l’assenso da parte dell’assemblea – che a questi punti pare soltanto una formalità – l’avvocato potrà essere nominato nuovo presidente secondo un copione già previsto.