Le preoccupazioni più volte espresse nelle settimane precedenti sulla gestione dell’emergenza Covid-19, e volutamente ignorate dalla Regione trovano purtroppo conferma nei dati: la Liguria, insieme a Lombardia e Piemonte, condivide il primato dei contagi e, secondo più di un’analisi, non è pronta ad affrontare in sicurezza la ripresa.
Non è difficile immaginare quale sia il danno che da ciò può derivare all’economia locale, già in affanno in settori cardine come il turismo. Molte le voci che in questi mesi si sono esposte a chiedere informazioni, correzioni di rotta: l’unica risposta arrivata dai vertici regionali è stata l’ammissione del fallimento, evidenziato con la rimozione dei vertici della sanità spezzina.
La sanità italiana ha problemi strutturali profondi, sui quali occorrerà agire e porre rimedio a ogni livello. Ma nel quadro generale, la Giunta ligure è riuscita a distinguersi negativamente, in particolare nello spezzino, concludendo il proprio mandato con un nulla di fatto anche sul più macroscopico dei temi: quello del nuovo, indispensabile ospedale.
Grave anche il ritardo che ancora si registra persino nel riconoscere al personale sanitario l’impegno e il sacrificio sostenuti, talvolta a costo della vita, per affrontare l’epidemia. A differenza di quanto hanno fatto Regioni come l’Emilia, la Toscana e il Piemonte (che la settimana scorsa ha chiuso con i sindacati un accordo che riconosce al personale sanitario 55 milioni aggiuntivi per il periodo di marzo e aprile), la Liguria è ferma al palo e non ha ancora concluso nulla.
Situazioni di emergenza come quella determinatasi con la pandemia inducono a mettere in secondo piano le logiche di appartenenza politica. Ma è difficile tacere il vuoto pneumatico di cui da prova la Giunta Regionale ligure.
PARTITO DEMOCRATICO
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