Mi corre l'obbligo di fare alcune riflessioni ad alta voce.
Nella sua ultima passerella il premier Conte ha affermato di riaprire un altro pezzo di Paese (direi piuttosto di vita, di ripresa sociale e lavorativa), con la consapevolezza di affrontare un rischio calcolato, altrimenti non si sarebbe potuti più ripartire, nell'attesa dell'arrivo del vaccino. In un lockdown reiterato, in cui il governo Conte ha dimostrato di chiudere troppo tardi i territori per limitare la diffusione del contagio e ha dimostrato troppo tardi di riaprirne le attività, l'economia del Paese riprenderà grazie alla forza di questi operatori, che fino ad oggi hanno retto senza il conforto di misure governative di sostegno che ancora devono arrivare. Sappiamo quanto tutti questi operatori abbiano aspettato questo momento di ripresa del loro lavoro, nutriti dalla speranza di vedere la propria azienda rientrare nell'elenco del famigerato codice ateco.
E questo nonostante la consapevolezza di un potenziale crollo del loro fatturato, come anche l'imposizione di spese aggiuntive a proprio carico per onorare i protocolli di sicurezza degli esercizi.
Come se non bastasse ... ciliegina sulla torta ... da pochi giorni è arrivata un'altra legnata a loro carico: le imprese si ritroveranno comunque, nel caso ci fossero contagi, a dover far fronte a eventuali cavilli legali per chiarire e dimostrare di aver ottemperato a tutti i doveri di applicazione delle norme. Questo va ad aggravare un contesto in cui le partite IVA sono già provate da mesi di mancati guadagni e scarsa attenzione da parte del Governo
Vedo in questa gestione amministrativa centrale semplicemente la volontà di intimorire questa riapertura, questo riavvio tanto lento quanto difficile di diversi settori fin troppo martoriati (ricordo che ci sono stati diversi casi di suicidi da crisi) e supportati in itinere dalla continua azione di sostegno della Lega, nella persona della senatrice Stefania Pucciarelli e dell’onorevole Lorenzo Viviani.
Tutto questo fa sembrare ai nostri occhi uno spudorato tentativo ministeriale di far fallire esercizi commerciali, bar, ristoranti, di una platea di famiglie che sono rimaste confinate nella disperazione più buia!
Questa è la misura del nostro governo centrale, che ha dell'assurdo, che concerta il fallimento degli italiani, che elargisce illusioni, che piange però per gli immigrati, in un momento in cui, fuori dal palazzo dei giochi e delle poltrone governative, c'è un'Italia che soffre la crisi e la mancanza di soldi per i propri concittadini.
La nostra Italia è governata da una maggioranza che sembra e dimostra di non avere nè senso patriottico, di appartenenza al nostro Paese, nè amore per gli italiani.
Alessandra Mari
Lega