La Fase 2, per responsabilità della Giunta regionale, si apre all’insegna di tutte le incognite e le preoccupazioni più volte espresse nel corso delle passate settimane dai Sindaci e da una vasta platea di amministratori locali.
Confermate, peraltro, dalla decisione di Toti di revocare i vertici della sanità spezzina e di accentrare tutto a Genova. Una tardiva dichiarazione di fallimento, che smentisce in modo persino umiliante le difese d’ufficio su “ordinazione” messe in atto dal Sindaco del capoluogo, Presidente inadempiente della Conferenza dei Sindaci: con attacchi a testa bassa, reticenze, rinvii.
Anche a causa della cattiva prova data dai vertici regionali sul fronte del contenimento del contagio, in particolare nella realtà di Spezia e provincia, si addensano sulla ripresa numerose incognite, rispetto alle quali non è dato al momento trovare risposte.
Per quanto riguarda la sanità: come ci si sta attrezzando per affrontare un possibile ritorno di ondate epidemiche, che nessuno è in grado di escludere? Si sta pensando ad attrezzare strutture specializzate per il Covid-19 o si intende perseguire sulla strada del “mescolamento”? E nel momento in cui lo Stato si accinge ad assumere diecimila nuovi infermieri, quali risorse proprie intende aggiungere la Regione Liguria per potenziare l’investimento sulla salute?
Al momento, l’unica certezza è che il quinquennio delle destre si chiuderà con il flop sull’atteso e non realizzato nuovo ospedale.
Né più confortanti sono le notizie sul fronte economico e dei servizi. Quante risorse intende aggiungere la Giunta Regionale sui fondi per il turismo, che più di altri è il settore che rischia di uscire devastato e destrutturato da una crisi colpisce al cuore un punto fermo dell’economia ligure? Quali sono gli stanziamenti propri che la Regione pensa di mettere a disposizione delle imprese e dei Comuni: chiamati ad affrontare l’improbo compito di salvare gli assets fondamentali di un sistema che vedrà crollare insieme il fatturato d’impresa e il gettito di proventi pubblici essenziali, quali la tassa di soggiorno e gli introiti dei parcheggi?
Da ciò che al momento si vede sui dati di bilancio regionali, si ricava una sensazione sconfortante: poco o nulla, in gran parte a prestito e a valere sui fondi europei, che per loro struttura si erogano a bando, con una modalità assai poco utile in questo frangente. Il tutto, per un totale effettivo di poco più di cinque milioni, in attesa che arrivino altri sei milioni, per ora solo annunciati. Persino il parsimonioso Piemonte, terra di Quintino Sella, sta facendo di più: ventisette milioni a fondo perduto per imprese ed enti locali coinvolti nel settore turistico.
Per non parlare dei trasporti pubblici, altro grande malato colpito al cuore da questa drammatica emergenza. Come intende affrontare l’imminente stagione estiva la Giunta di Toti? Quali integrazioni di servizio e risorse si stanno programmando nel rapporto con Trenitalia e con gli operatori dei servizi autobus al fine di governare l’afflusso possibile di turisti, secondo le modalità di distanziamento rese indispensabili dal rischio sanitario? Si stanno valutando possibili soluzioni alternative e/o integrative via mare?
Domande che non trovano risposta negli atti della Regione e, per la verità, neppure negli “spottoni” elettorali che il Presidente dispensa ogni giorno multimediaticamente ai cittadini liguri. Un’inadeguatezza mascherata di annunci, che proprio i cittadini, le imprese e i lavoratori rischiano di pagare in prima persona: dovendo constatare, nei fatti, che la “partenza a cavallo” baldanzosamente annunciata qualche settimana fa dal nostro Governatore, si presenta al momento solo come un triste ripiego a dorso di mulo.
PARTITO DEMOCRATICO
Coordinamento Provinciale La Spezia