Dopo le ultime dichiarazioni del presidente del consiglio Conte non possiamo pensare che non ci possa essere una riapertura delle chiese, seppur limitata. Poiché un fedele qualsiasi non è meno responsabile di un cittadino che si rechi al museo o vada a giocare alla lotteria.
Il messaggio che passa è sostanzialmente questo. Irricevibile da parte di milioni di fedeli che, con speranza e trepidazione, ricercano nella fede, proprio in questo momento forza, conforto e serenità.
Soprattutto chi è stato ferito nello spirito per la perdita di una persona amata. Impossibilitato a donare l’estremo saluto.
Il mondo ha bisogno di guarigione, questo è sicuro. Siamo grati a tutti i medici, infermieri e badanti che attualmente sono disponibili e aiutano il prossimo, assicurando il loro servizio per alleviare il dolore, per aiutare e sostenere, e che mettono a repentaglio la propria salute. Il corpo ha bisogno di aiuto, ma anche lo spirito.
I luoghi di culto non hanno bisogno, a differenza di tante attività, di grandi stravolgimenti e spese straordinarie, basta dare la possibilità di lavorare a chi ha come compito quotidiano la cura dei propri fedeli.
L’uomo non vive di solo pane. Il pane della vita non è disponibile la domenica mattina in panetteria e alla stazione di servizio. Aprite le chiese: non avrebbero mai dovuto essere chiuse.
Francesco PONZANELLI