"Alcuni giorni fa abbiamo smentito le accuse di "fucilatore" mosse ingiustamente all'On. Giorgio Almirante, tanto che nei vari comunicati successivi della sinistra, tale imputazione non viene più menzionata.
L'altra contestazione rivolta al compianto Almirante, riguarda la sua condotta di razzista negli anni '30, ma ovviamente anche qui i fatti vengono sempre travisati e/o falsati.
Come Comitato "Una via per Giorgio Almirante" chiediamo ai tanti inquisitori, molti dei quali provenienti dal Partito Comunista, se sanno che il segretario dell'M.S.I. durante la Repubblica Sociale Italiana salvò un suo amico ebreo dalla deportazione da parte dei tedeschi.
Sanno che dopo il 25 aprile 1945, Almirante entrò in clandestinità, sotto falso nome, e vi rimase per un anno e mezzo a Milano prima e a Torino poi grazie all'aiuto del suo amico ebreo Levi che egli aveva salvato dalla deportazione?
Sono a conoscenza, durante oltre 30 anni di attività parlamentare anche di una sola frase di Almirante contro gli ebrei?
Nessuno certamente nega le sofferenze del popolo ebraico, anche quelle ad opera dei comunisti sovietici ad esempio, delle quali purtroppo nessuno parla; ma non si si può tirare in ballo sempre i soliti argomenti, per gettare fango su uno dei pochi politici onesti della Prima Repubblica.
Così come non si può sempre citare che Spezia è medaglia d'oro della Resistenza, quando tutte le città d'Italia lo sono, o che dal Golfo partirono due navi per la Palestina, in quanto essendo un porto è naturale che partano delle imbarcazioni, così come partirono delle galee per la battaglia di Lepanto, ma questa è un'altra storia...".
Cesare Bruzzi Alieti
Portavoce Comitato "Una via per Almirante"