Esiste un forte squilibrio di risorse tra aziende sanitarie in Regione Liguria. Purtroppo la Cenerentola di tutte risulta sempre quella di levante: ASL5 Spezzino.
Dai medici agli infermieri fino ad arrivare agli operatori sociosanitari i numeri parlano chiaro. Alla Spezia non ci sono soltanto meno posti letto ma anche meno risorse umane. Questo, ovviamente, in relazione al potenziale bacino di utenza.
Un esempio? Parliamo di OSS da mesi perchè quelle donne e quegli uomini, che da quasi 18 anni operano tramite appalto in ASL5, meritano di essere internalizzati senza che il loro posto di lavoro sia messo a rischio. La decisione di privatizzare un intero comparto è stata un errore della politica che non può esser fatto pagare ai lavoratori.
Al contempo, però, è necessario dare una risposta anche a chi, impiegato in strutture pubbliche, da anni cerca invano di avvicinarsi a casa, tramite mobilità, o a chi è in cerca di un impiego, avendo la qualifica OSS.
Tra le due esigenze è fondamentale evitare contrapposizioni. Gli OSS di Coopservice vanno internalizzati subito attraverso un percorso sicuro e diretto: la società in house. Poi bisogna guardar fuori e assumere tramite selezione pubblica dando prima seguito alla mobilità.
Che questo si possa fare in tempi quasi simultanei vi sono pochi dubbi. E lo dicono i numeri.
ASL1 Imperiese e ASL5 Spezzino hanno pressochè il medesimo bacino di utenza: 220.000 abitanti. I numeri dei ricoveri, al 2015, secondo il Libro bianco della Sanità, sono stati: a Imperia 27.500, alla Spezia 29.000.
Parlando soltanto di OSS troviamo per l'azienda imperiese 295 unità. Per l'azienda spezzina oltre a un residuale interno di circa 50 unità troviamo i 158 lavoratori dell'appalto Coopservice, per un totale di 208 operatori sociosanitari.
Vi è dunque, in territori omogenei, una evidente disparità. Circa 90 OSS in meno alla Spezia rispetto ad Imperia. L'anomalia non sta però a ponente, bensì nello spezzino.
Pensiamo sia dunque necessario procedere a un riequilibrio. Non davvero togliendo ad altri, che restano comunque in difficoltà, rispetto ai parametri nazionali, ma aggiungendo più risorse dove maggiori sono le difficoltà e le necessità.
Chiediamo dunque che venga subito varata la società in house per gestire i servizi sociosanitari e contestualmente ci si confronti, magari riconvocando un tavolo regionale con le sigle sindacali, sui numeri per integrare gli operatori mancanti attraverso un concorso.
Francesco Battistini
Consigliere Regionale Italia in comune/Linea Condivisa