C’era una volta il Parco del Colombaio con l’area attrezzata per i giochi dei bambini ed i campi da calcetto.
C’era una volta la Casina Rossa con l’area bambini, il ristorante, il locale dove in tanti spezzini hanno festeggiato comunioni, compleanni , lauree e matrimoni.
Ora tutto questo non c’è più.
Degrado, abbandono, incuria e sporcizia.
All’interno di un Parco verde, ubicato in zona centrale tra lo storico quartiere di Pegazzano e lo stadio Picco.
Un’area di proprietà del Comune che versa in uno stato pietoso, senza alcuna attenzione per quello che si chiama il “bene comune”.
A fine anni ‘90 la situazione era più o meno la stessa di oggi.
Me ne occupai in prima persona venti anni fa quando, con il supporto dei dirigenti comunali dell’epoca, riuscimmo a trovare tramite una gara di concessione pluriennale un gruppo di gestori pieni di iniziative e coraggio che iniziarono gli investimenti di riqualificazione della Casina Rossa.
Una concessione che prevedeva il pagamento di un canone al Comune in parte scomputato a fronte delle spese di manutenzione straordinaria a carico dei gestori.
Per molti anni la gestione dei privati reso vivo il parco, curando con fatica le aree verdi e trasformando i campi da tennis in campi da calcetto, realizzando la recinzione e tanti altri interventi.
E la Casina Rossa è stata meta di eventi, feste, pranzi e cene con tante famiglie spezzine che ne hanno usufruito per anni.
Poi si sono avvicendati altri gestori, che a quanto pare nel corso degli ultimi anni hanno cominciato a non pagare il canone di concessione al Comune: un fatto che giustamente l’Amministrazione Comunale non poteva più tollerare.
Ed infine è arrivata la Giunta Peracchini.
Invece di provare ad individuare, tramite gara, nuovi gestori potenzialmente in grado di mandare avanti le attività della Casina Rossa ,come gli ho suggerito più di una volta, questi nuovi Amministratori miopi ed inesperti hanno preso un’altra strada.
Hanno deciso di vendere la Casina Rossa.
Una scelta illogica e sbagliata sotto tutti i punti di vista. Una scelta ottusa e senza peraltro sbocchi concreti, visto che già due aste di vendita sono andate deserte.
Purtroppo come ampiamente previsto.
Già.
Ed ora questo è il risultato.
Alla faccia della cura del “bene comune”
Giudo Melley (LeAli a Spezia)