"Non possiamo che concordare con il sindaco Peracchini, siamo una città paradossale, una città di mare a cui è stato tolto il mare, stretta fra la Marina Militare e l’Autorità Portuale - affermano dall'Associazione Murati Vivi - Se realmente l'intenzione di Peracchini sia cercare di riconquistarlo per i suoi concittadini, attendiamo che il sindaco inizi ad assumere pienamente gli impegni che il consiglio comunale, all'unanimità, ha votato circa la nostra proposta di istituire un tavolo di discussione e di partecipazione con la Marina militare, riguardo alla bonifica delle aree militari prospicienti Marola".
Proseguono i membri dell'Associazione: "Dopo un anno di continue richieste di intervento, della necessità di trasparenza e di sollecitudine su un tema così delicato come la salute della cittadinanza, in relazione alla presenza di amianto nella base militare, ora sappiamo, via mezzo stampa, che il rischio quota circa 10mila metri quadri di capannoni rivestiti con la fibra cancerogena, presenti su coperture che vanno dal danneggiato al integro ma ma suscettibili di danneggiamento. Curioso il fatto che durante l'ultima commissione Garanzia e controllo, visto che la commissione Ambiente non risulta pervenuta, il rappresentante della sua giunta, l'assessore Casati, tranquillizzava tutti con una mappa in cui non si menzionava in alcun modo lo stato delle coperture".
"La nostra associazione - concludono - chiede da quasi 10 anni che la borgata di Marola abbia diritto a riappropriarsi di quell'accesso al mare che gli è stato precluso 150 anni fa. Ma che sia chiaro che la Marina deve prima di tutto accollarsi la responsabilità di bonificare le aree che ha gestito fino ad oggi, dalla presenza dell'amianto a ciò che è presente nel campo in ferro. Auspichiamo che il sindaco, oltre a facilitare una trasformazione che la città, ed in particolare Marola, chiede da anni, in modo partecipato, pensi anzitutto alla salute dei suoi concittadini, come peraltro dovrebbe essere sua prerogativa di legge".