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Area Enel, Baldino e Liguori: "Quando il politico diventa ambientalista..." In evidenza

"Sul futuro dell'area Enel abbiamo tanti bei sogni".

"Sulla vicenda Enel e turbogas, abbiamo detto tutti di tutto e di più. Eppure pare che qualcuno continui a far finta di non capire.
Tutti vogliamo che l’uscita dal carbone annunciata per il 2021 non subisca proroghe e a tutti farebbe più piacere che in quell’area non venissero mai più usate fonti fossili per produrre energia e si potesse convertire da subito la produzione, visto che nessuno in casa credo usi le candele, tramite le cosiddette rinnovabili (termine che in realtà nasconde anche qualche insidia).

Dunque cosa abbiamo in campo concretamente al netto di sciocche azioni di “propaganda istituzionale” quali mozioni (peraltro spesso formulate in modo dilettantesco).
Abbiamo un procedimento unico di autorizzazione del Mise richiesto da Enel, peraltro a dirla tutta, viziato da più di un dubbio di illegittimità, visto che allo stato delle cose e delle potenze dichiarate (superiori ai 300 MW) al progetto presentato non andava applicata la verifica di assoggettabilità ma la VIA ordinaria. Ma sorvoliamo, visto che con grande superficialità giuridica lo hanno fatto sino a questo momento anche tutti i politici autori di documenti presentati in Consiglio Comunale.

Abbiamo insomma la richiesta di Enel inoltrata al Mise, di utilizzare una piccola parte, circa 26 ettari dei degli oltre 74 di sua proprietà, per realizzare una centrale da 800 MW funzionante a turbogas. Poi abbiamo tutta una serie di dichiarazioni, ci mancherebbe rilasciate in commissione e quindi verbalizzate, della stessa Enel dove si ribadisce la totale dismissione del gruppo a carbone nel 2021, di voler continuare ad investire sul territorio con oltre 500 milioni di euro nei prossimi anni per creare un polo energetico rinnovabile che possa essere in grado di generare elettricità utilizzando le nuove fonti green e allo stesso tempo di accumulare la produzione in eccesso, sino ad un possibile impegno per la tanto famigerata elettrificazione delle banchine che ci consentirebbe di ridurre praticamente a zero l’inquinamento prodotto dalle navi da crociera (personalmente ho dei dubbi visti gli assorbimenti prodotti da questi colossi del mare e lo stato dell’arte in questo senso dei principali porti europei...ma sperare non costa nulla).

Dunque abbiamo tanti bei sogni, come per qualcuno lo fu Spezialand, ma allo stato delle cose, grazie soprattutto alla fatua quanto propagandistica politica spezzina, appunto sogni. Promesse espresse verbalmente per convincere politici di lungo corso, fulminati oggi sulla via dell’ambientalismo, purtroppo dopo averci fatto respirare per anni carbone in quantità industriale in cambio di manciette date alla città ad ogni rinnovo di convenzione. Chiamasi senza offesa, mercificazione della salute dei cittadini!

Di certo invece abbiamo un netto calo occupazionale su quell’area (invero già parecchio sotto utilizzata in quanto a lavoratori a metro quadro) visto che il nuovo sito produttivo vedrà impiegate 30 unità alle dirette dipendenze di ENEL e circa una decina di maestranze dell'indotto e che, sempre dati alla mano, le emissioni di CO2 col turbogas sarebbero ridotte del 70%; l'emissione di anidride solforosa e di polveri sottili ridotta a 0 e un rilascio di ossidi di azoto che passerebbe dai 150mg al metro cubo per il carbone a meno di 10mg al metro cubo per il gas.
L’impianto funzionerebbe mediamente tra le 1000 e 2000 ore annue (circa due mesi all’anno), ma anche questo, grazie a quei politici spezzini che pensano più a travestirsi da ambientalisti che al bene concreto della collettività, rimane un numero detto a voce e non scritto in nessuno accordo protocollato.

Allo stato attuale abbiamo anche un area di grande pregio appunto, che rimarrebbe “virtualmente dimessa” per circa 50 ettari e quando dico dismessa intendo ovviamente anche non bonificata e non solo non riconvertita. Una nuova Shell, tanto per rendere l’idea, e non serve dire che non bonificare un’area come quella significa farla continuare ad inquinare, perché le sostanze tossiche non si disperdono o distruggono da sole.
Ecco. La politica spezzina sta producendo , con i propri documenti da “ambientalisti col naso di Pinocchio” tutto questo. E ogni giorno che passa il rischio di beccarci il turbogas senza avere aperto una trattativa vera e propria con Enel e Terna (che impone determinate scelte) si fa più reale. Altro che aree verdi, o varianti scaccia mosche. Lo scenario più probabile è che tra qualche settimana il Miise autorizzerà la centrale (visto che in nessuna mozione si è chiaramente fatto riferimento al procedimento illegittimo sollevato dagli scriventi nelle osservazioni), il centrodestra addosserà la colpa al governo giallorosso invece che al proprio governatore Toti in realtà da sempre favorevole al turbogas e Toti stesso inizierà a fare la propria campagna elettorale per le regionali a colpi di promesse, riguardanti quell’area che “creerà migliaia di posti di lavoro con lavoratori distribuiti in multistrato stile Riccione”.

Grazie a tutti allora, cari politici spezzini, visto che queste cose espresse in “baldinese”, il sottoscritto, l’amico Liguori, la “paggetta del PD” Nobili e anche il consigliere regionale Battistini è un po’ che le stiamo dicendo. Grondacci invece le dice da una vita".

Massimo Baldino Caratozzolo (Per la nostra città)
Luigi Liguori (Spezia Bella Forte Unita)

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