"ll Sindacato chiede di riaprire il tavolo istituzionale di confronto con Enel. Sono d'accordo, ma il punto è da dove si vuole fare partire la discussione.
Io metterei dei punti fermi. La chiusura dei gruppi a carbone nel più breve tempo possibile, la conseguente bonifica dell'area e un progetto complessivo, capace di affrontare in maniera completa la fase di transizione energetica, che veda il protagonismo ancora una volta di Enel con la localizzazioni anche di attività green, di ricerca ed innovative. Enel lo deve alla città, alla nostra Provincia.
In tanti anni non ho mai visto come ora una scarsa capacità di Enel di interloquire con la città. La città stava pensando a come sostituire la centrale nel momento della sua chiusura. Enel aveva deciso, autonomamente, di abbandonare la produzione di energia. Ora, al cambio di scenario deciso sempre autonomamente, bisogna accompagnare un cambio di passo da parte di tutti. In primis da parte di Enel stessa che non può pensare di utilizzare il territorio a suo piacimento. Questo non glielo dobbiamo permettere.
Per potere avviare un confronto serio bisogna presentare un progetto generale dell'area, con un business plan che riguardi tutto quello che si vuole proporre. Con le risorse e i tempi della bonifica, con le risorse e i tempi della realizzazione degli interventi industriali previsti, con le risorse e i tempi per rendere la città un gioiello smart e soprattutto le risorse necessarie per finanziare gli studi ambientali e sanitari da affidare a soggetti indipendenti.
Nulla di questo è stato fatto. È tutto un vedremo e con i vedremo aumenta, giustamente, la forza del no. Unica certezza è il turbogas. E questo non può essere accettato.
Non è nemmeno una questione né di livelli occupazionali né di quantità di investimenti. Se questa centrale serve per la transizione energetica devono essere in campo gli elementi per fare capire che si sta lavorando a questo scenario e quello che sta succendendo in questi mesi è totalmente insufficiente.
È vero, il progetto di cui si parla prevede una centrale che opererà con modalità totalmente diverse rispetto a quanto abbiamo conosciuto. Ma non può bastare questo. Non può bastare il fatto che le cose miglioreranno rispetto ad oggi. Si deve ragionare in maniera complessiva.
Abbiamo capito che quanto il consiglio comunale ha votato non è servito a fermare l'iter autorizzatorio della centrale. È stato del tutto inutile. Va detto. Ne è la riprova che Enel ha messo il sito di Vallegrande nella gara di Terna, vi è stato l'incontro in Confindustria e in Regione. Ora chiudiamo quella pagina e affrontiamo in maniera diversa la fase di transizione mettendo al centro la città, le sue esigenze e il suo futuro. Il rischio che non vorrei si corresse è quello di avere una centrale a turbogas, un'area da bonificare e nessun altro impianto produttivo.
Le utopie sono fantastiche. Nel mondo della fantasia vorrei non vedere più centrali, le macchine a idrogeno, le navi a vela e gli edifici riscaldati con il sole. Anch'io ho pensato che una delle ipotesi potesse essere la realizzazione di un parco divertimenti con giochi acquatici e non (anche se Spezialand è un nome che non mi piace), ma da amministratrice non mi sento di proporlo. Prenderei in giro i cittadini. I suonatori di flauti magici non mi sono mai piaciuti.
L'esercizio che tutti noi abbiamo da affrontare è quello di costruire una realtà e un futuro migliore per la nostra città".
Dina Nobili
Consigliere comunale PD