Occorre che la Regione sospenda l'attuale procedimento di autorizzazione del progetto di biodigestore a Saliceti, che si avvii una verifica del Piano d'Ambito Regionale, utilizzando dati reali e in cui sia prevista una perequazione tra le province nella distribuzione degli impianti, delle quantità, dei disagi e dei rischi e che si applichi la Valutazione Ambientale Strategica sulla nuova versione del Piano. Su questi obiettivi il sindaco del Comune di Arcola Monica Paganini e i Comitati No Biodigestore Saliceti, Sarzana, che botta! e l’associazione Acqua Bene Comune hanno trovato una significativa convergenza nell’incontro avuto nella sede della biblioteca arcolana.
“I dati del flop della raccolta differenziata a Genova, dove neppure si progettano impianti di smaltimento – è stato sottolineato nel corso dell’incontro - rischiano di pesare ulteriormente sulla nostra provincia, destinata a ricevere tutti i rifiuti indifferenziati e organici del Levante genovese”. Sindaco e comitati hanno ribadito la necessità di chiudere il ciclo dei rifiuti organici, ma ciò non può avvenire a livello regionale penalizzando la nostra provincia e lasciando intatte altre aree liguri. Occorre rivedere il Piano d’Ambito, definendo in maniera più equilibrata il flusso dei rifiuti, attribuendo a ciascuna realtà, provinciale e/o cittadina, la responsabilità di provvedere al proprio volume di “umido” da smaltire, richiedendo a tutte le comunità una maggiore virtuosità nella differenziazione. Occorre anche valutare le località idonee a ospitare gli impianti e scegliere tecnologie a minore criticità, cosa mai avvenuta né in sede di VAS sul Piano d’ambito, né sulla recente inchiesta pubblica di VIA sul biodigestore proposto dalla Recos a Saliceti.