Dopo essere stato rimandato a causa dell'allerta meteo, si è finalmente svolto ieri sera, 14 novembre, presso l'ex Ceramica Vaccari il consiglio comunale di Santo Stefano richiesto a gran voce dai consiglieri di Italia Viva Nicla Messora e Salvatore Stelitano sul tema "biodigestore Saliceti".
E' stata proprio la consigliera Messora a illustrare l'ordine del giorno sottolineandone l'importanza a seguito della grande pratecipazione al corteo di protesta del 26 ottobre ma soprattutto a causa delle forti dichiarazioni rilasciate alla stampa da ReCos e Iren pochi giorni fa.
Il presidente di Recos, difatti, ha parlato di "una minoranza attiva, rumorosa e male informata che non ha voluto partecipare al dibattito pubblico" rivolgendosi a chi è contrario al progetto, mentre il direttore impianti Iren ambiente di fatto ha annunciato l'avvio dei lavori entro il 2020.
Come da richiesta sono stati ascoltati i rappresentanti dei comitati promotori della battaglia del NO alla realizzazione dell'impianto. Per primo ha parlato Carlo Ruocco del comitato Sarzana che Botta, unica realtà che ha deciso di partecipare alla inchiesta pubblica indetta dalla Regione.
Ruocco, dopo un breve excursus sulle attività del comitato e sulle motivazioni civiche che lo hanno portato per la prima volta ad occuparsi di rifiuti per quel che riguarda lo smaltimento e non solo la raccolta, si è soffermato sulle difficoltà riscontrate, addirittura si è parlato di impossibilità, nel ricevere risposte dalla Regione in quella che, avrebbe dovuto essere una sede di trasparenza e partecipazione e che di fatto a sui dire non è stata.
Secondo i dati in possesso da Sarzana che Botta, confermati anche da Carla Bortolotti del Comitato No BioDigestore Saliceti, l'impianto sarà destinato a raccogliere e smaltire i rifiuti di tutto il territorio della regione ligure, passando da un dichiarato di 45-50 mila tonnellate fino ad arrivare anche ai 160-180 mila tonnellate pari al fabbisogno regionale. Oltre ai problemi ambientali derivanti dalla presenza di falde acquifere e dall'emissione diretta di CO2, la Bortolotti ha fatto emergere anche il fatto che la presenza dell'impianto porterebbe alla viabilità un traffico di almeno 4500 camion, necessari a trasportare la quantità di materiale trattato, con tutto quello che comporta a livello di sicurezza e inquinamento.
La proposta alternativa al biodigestore, che pare trovare parere favorevole dei presenti, la illustra Samuele Di Capua di Cittadinanza Attiva che propone l'utilizzo del cosìddetto "compostaggio aerobico", tecnica già sperimentata a livello europeo e applicabile al contesto della Val di Magra.
Dopo gli interventi dei legali Sommovigo e Grondacci, che hanno spiegato le modalità e le tempistiche delle azioni di ricorso messe in atto, è stata la volta degli interventi politici dei vari consiglieri di maggioranza e opposizione uniti solo dal NO alla realizzazione dell'impianto.
Inizia Pietro Serarcangeli, consigliere di minoranza e presidente di AFEA (Associazione Famiglie Esposti Amianto), che attacca la maggioranza accusandola di essere corresponsabile di ciò che oggi la stessa contesta nei cortei e incoerente per non prendere decisioni circa la bonifica proprio dell'ex Ceramica Vaccari dallo stesso dichiarato tra i siti più inquinati d'Italia per la presenza di amianto.
Incoerenza sottolineata anche dalla consigliera Lazzoni per la differente presa di posizione del sindaco Paola Sisti relativamente alle questioni Saliceti e Boscalino; la Lazzoni inoltre rimprovera alla Sisti la mancata presenza all'inchiesta pubblica in regione ritenendo quello il luogo istituzionale adatto per esigere spiegazioni e manifestare contrarietà
L'esponente dei popolari Ponzanelli, invece, si sveste del ruolo di consigliere comunale e imposta il suo intervento rispondendo ad alcune obiezioni emerse, in qualità di vice presidente della Provincia della Spezia, sostenendo che l'Ente sta aspettando ancora la documentazione relativa all'inchiesta pubblica e smentisce pertanto che ci siano pressioni da parte della regione Liguria per velocizzare i processi burocratici di avvio dell'impianto.
Ponzanelli inoltre tiene a sottolineare che la competenza di dare o meno licenza edilizia per la costruzione dell'impianto spetta non alla Regione Liguria ma al comune di Vezzano e che quindi sia quello di fatto l'interlocutore corretto per evitare il biodigestore a Saliceti.
Invito che Nicla Messora di Italia Viva prende suo, impegnandosi a contattare il sindaco Bertoni per discutere con lui anche sulla Valutazione di Impatto Sanitario che l'impianto avrebbe sulla vallata.
Termina la seduta la Sindaca Sisti che inizia il suo intervento smentendo alcune notizie apparse sui giornali riportanti che il Comune di Santo Stefano avesse ricevuto lecitamente somme di denaro da ReCos.
"O vi fidate di me o non vi fidate" esclama con visibile livore la Sisti che sottolinea di fatto che aver affidato l'incarico di rappresentanza dell'amministrazione a due tecnici , Sommovigo e Grondacci, indicati dagli stessi comitati, è indice che l'amministrazione comunale di Santo Stefano non faccia il doppio gioco ma che è a fianco della popolazione che non vuole il biodigestore a Saliceti.
"Senza questa amministrazione - conclude la Sisti - molto probabilmente i soli comitati non avrebbero raggiunto la posizione in cui ci si trovano ora", che a detta della sindaca,"sta provocando timori a ReCos".