C’era un clima di ritrovata (timida) armonia durante l’assemblea provinciale del Pd di ieri sera all’Urban Center. Tra il pubblico alcuni storici esponenti dem che non si vedevano da tempo, ricomparsi dopo l’addio del plotone di renziani guidati da Raffaella Paita.
La pioggia battente non ha scoraggiato un’ampia partecipazione, a testimonianza della volontà di rilanciare il partito sul territorio dopo l’arrivo dal Piemonte del commissario Daniele Borioli e una lunga fase di scontro interno con i renziani, culminata con il passaggio in Italia Viva di volti storici del Pd locale come l’ex segretaria provinciale Federica Pecunia, l’ex assessore Corrado Mori e il consigliere regionale Juri Michelucci, oltre ovviamente alla stessa Paita.
“Sala gremita ieri sera per l'assemblea del Coordinamento provinciale del Pd – ha commentato oggi su Facebook il commissario Borioli – Belle relazioni sul lavoro dei Forum ambiente e salute, interventi molto significativi del responsabili dei Giovani Democratici, di dirigenti dei circoli, di amministratori locali. Conclusioni del vicesegretario nazionale, Andrea Orlando, che ha concentrato il suo intervento sull'importanza prioritaria del lavoro da fare per rigenerare la nostra autonoma forza di proposta politica”.
Tutto bellissimo, ma dietro il clima da “volemose bene” il partito è costretto a fare i conti con la realtà: il tesseramento è ancora in corso (si chiuderà a fine anno), ma fermo a quota 1.500 iscritti, seppure manchino ancora all’appello alcuni circoli. Un numero modesto, che secondo alcuni supererà comunque le 2 mila tessere del 2018.
Altro punto debole è l’evidente spaccatura del gruppo consiliare, oggi formato da Marco Raffaelli (il capogruppo), Luca Erba e Dina Nobili. Proprio quest’ultima è sempre più spesso protagonista di iniziative con i consiglieri Luigi Liguori e Massimo Baldino, senza il coinvolgimento dei due colleghi dem, che non più tardi di lunedì scorso l’hanno lasciata sola, abbandonando l’aula, prima della votazione finale dell’assemblea.
Sul punto è arrivata un’altra stilettata dal vicesegretario nazionale Andrea Orlando, che ha precisato come il dibattito nel Pd non si debba esaurire nel parlamentino di piazza Europa, ma al contrario aprirsi ai circoli e a tutta la città, per contrastare un’amministrazione “che ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza”.
“Per fortuna nel Pd c’è un mondo fuori dal consiglio comunale”, questo il senso del messaggio recapitato dall’ex ministro.
L’altra grossa preoccupazione deriva dalla situazione economica della federazione provinciale, che naviga in acque parecchio agitate, soprattutto dopo l’addio ai contributi garantiti fino ad oggi da Paita e Michelucci, passati in Italia Viva. Non è un caso se a sbrogliare la matassa sia stato chiamato proprio Borioli, esperto di conti per il suo ruolo di tesoriere del Pd piemontese.
Almeno un punto fermo c’è: quello del nuovo congresso provinciale, che si dovrebbe svolgere entro la fine di gennaio 2020, con la relativa elezione degli organismi locali.
A quel punto il compito del commissario Borioli dovrebbe considerarsi esaurito. Si godrà l'aspra battaglia per le candidature alle elezioni regionali dal suo Piemonte. A distanza di sicurezza e mangiando i tradizionali popcorn.