Si torna a parlare di area ex Sio, dopo aver ascoltato nella scorsa seduta le associazioni di categoria che avevano lanciato un vero e proprio allarme ovvero che nel caso in cui si concretizzasse il progetto di un insediamento di grande distribuzione “Metterebbe a rischio 580 attività sul territorio provinciale e 2000 addetti” elemento che ricorda anche la commissaria Donatella Del Turco.
La cronistoria della vicenda viene raccontata dall’assessore Sorrentino che ha sottolineato: “Prima di iniziare i lavori di costruzione la società Talea dovrà procedere alla bonifica dell’area che risulta interessata da inquinamento provocato da precedenti attività industriali che hanno operato sul sito. Quindi la realizzazione del progetto Talea, oltre a comportare interventi di salvaguardia non sostenibili con risorse pubbliche, rappresenta l’opportunità di riqualificazione di un’area”.
I commissari hanno “approfittato” della presenza dell’avvocato Stefano Carrabba: “Qualora il consiglio comunale votasse una variante al Puc, quali diritti potrebbe avanzare la società Talea nei confronti del Comune della Spezia, avrebbe gli estremi per richiedere dei danni?”, ha chiesto il commissario Giacomo Peserico. “La decisione dipende dalla Regione?”, ha chiesto la presidente della commissione Maria Grazia Frijia.
C’è chi si è dichiarato stupito, come il commissario Massimo Caratozzolo: “Ci eravamo lasciati la scorsa volta dicendo che il Comune avrebbe fatto tutto il possibile per evitare questo danno, almeno così era stato valutato. Ma dalla relazione dell’assessore vediamo più aspetti positivi che negativi, quantomeno cambia lo scenario, mi ero sintonizzato su un quadro differente”.
“Ricordo che il Ministro Edoardo Rixi disse che si sarebbe fatto di tutto per bloccare quest’opera – ha ricordato il commissario Marco Raffaelli – Ora ci troviamo con un’azione contraria rispetto a quanto detto all’epoca”.
“Cosa sarebbe cambiato se fosse rimasta la situazione prima della fine dell’amministrazione Federici (ovvero prima della decadenza del PUC)”. ha chiesto il commissario Roberto Centi.
A rispondere puntualmente a tutte queste domande ci ha pensato l’avvocato Stefano Carrabba: “Prima del 2016 era il Comune che doveva individuare area specifica dove potevano sorgere queste strutture di vendita, poi la Regione ha avocato a se questa competenza - insomma ci vuole un parere vincolante della Regione, la palla passa ad un piano più alto – Il parere della Regione inciderà in maniera determinante. Un’adozione di una variante da parte del Comune che dia esito negativo all’istanza di Puo di Talea (premesso che dovrebbe approvarla la giunta e non il consiglio comunale poiché il Puo in questo caso è conforme al Puc). Il Puc di Federici aveva una sua filosofia per cui le grandi strutture di vendita entravano in contrasto con la filosofia stessa che permeava il piano urbanistico comunale, non fosse decaduto saremmo andati davanti al Tar a discutere del ricorso di Talea”.
“Massimo Federici ha avuto 10 anni a disposizione per fare le varianti al Puc, invece sono state approvate nell’aprile 2017” ha esclamato il commissario Fabio Cenerini.
“La cosa più incredibile è che finalmente avevate un Puc che soddisfaceva la reticolarità e che valorizzava il centro ma pur di non adottarlo, perché fatto dalla precedente amministrazione, lo avete fate decadere” ha risposto il commissario Roberto Centi.
Mentre il commissario Massimo Caratozzolo ha fatto mea culpa per aver appoggiato al tempo la decadenza del Puc di Federici, si è scatenata una discussione proprio in merito al precedente piano urbanistico comunale.
“Porteremo le vostre istanze in Regione, mi piacerebbe avere anche i dati delle associazioni di categoria, avremo una motivazione concreta per appoggiarci nella discussione in Regione”.