Berrino in una lettera a Trenitalia minaccia di rescindere il contratto di servizio. Forse si è accorto anche lui dopo che con Toti ne avevano parlato come della manna dal cielo che in realtà quel contratto lega mani e piedi della Regione al carro di Trenitalia per la bellezza di 15 lunghi anni, lasciando pochi margini di movimento alla Regione stessa che dovrebbe rappresentare in primo luogo i legittimi interessi degli utenti del servizio. Siccome tuttavia dubito che Berrino abbia avuto un’improvvisa illuminazione temo che con questa roboante dichiarazione l’assessore abbia voluto solo sollevare un polverone per coprire le clamorose mancanze della Regione in questa vicenda.
Innanzitutto una omissione di vigilanza e di controllo visto che questo è il ruolo che ha la Regione sul trasporto regionale ferroviario. Non ci si può rendere conto che un problema esiste solo dopo che è esploso, in questo caso dopo almeno una settimana di continue soppressioni e disagi che hanno penalizzato pesantemente pendolari e turisti. La verità è che da tempo i sindacati lamentano carenze di organico per i treni regionali che sono state totalmente ignorate da Trenitalia (salvo scaricare sul personale i disservizi di questi giorni) nell’inerme e colpevole silenzio della Regione.
Adesso vedremo quali penali verranno irrogate e come verranno distribuiti gli introiti ma anche su questo aspetto non vi è da farsi soverchie illusioni. Anche il punto delle penali, molto generico e interpretabile in modo arbitrario, è stato scritto nel contratto di servizio sotto dettatura di Trenitalia, ignorando le migliori prassi di altre Regioni più virtuose come ad esempio la Toscana.
Quanto agli Intercity, è vero che rientrano nel contratto sui servizi universali che ha come controparte il MIT, ma cosa ha fatto la Regione Liguria e in quali sedi per fare seguito ai continui appelli di sindacati, associazioni dei consumatori, comitati dei pendolari e opposizioni per il rinnovo complessivo e vero del parco rotabile? Purtroppo niente. E si vede.
Ora ci auguriamo che Toti e Berrino anziché affidare il proprio teatrale sdegno a lettere estive passino dalle parole ai fatti e rimettano al centro la qualità del servizio. Quest’ultima doveva essere il punto focale del contratto di servizio ma così purtroppo non è stato. La qualità non è solo rinnovo del parco rotabile (questione certo importante ma non risolutiva).
Qualità è anche (e vorrei dire soprattutto) riduzione dei tempi di percorrenza, aumento dell’efficienza del servizio, aumento della quantità del servizio (ferma da decenni), miglioramento delle linee più deboli come quelle verso l’entroterra, potenziamento del ruolo di terzietà e controllo della Regione a partire proprio dalla verifica dei disservizi e dalla trasparenza sulle penali. Tutto questo è rimasto lettera morta.
Faccio a Toti e Berrino una proposta: perché a partire dagli incresciosi episodi dell’estate 2019 non cogliete la palla al balzo per rinegoziare con Trenitalia il contratto di servizio nelle parti più deboli e controverse? Anziché fermarsi al puro sdegno di facciata o a minacce senza seguito sarebbe una strada certamente più seria per correggere i mali profondi del trasporto ferroviario nella nostra Regione. Su questo potrebbe aprirsi un serio confronto anche con associazioni, sindacati, comitati di pendolari e opposizioni. Noi faremmo la nostra parte.
Giovanni Lunardon, capogruppo Pd Regione Liguria