Liguria Popolare propone una nuova legge elettorale che avvicini il territorio alla classe politica, ampli la possibilità di scelta rispetto ai candidati, tuteli meglio la rappresentanza di genere e, infine, rimuova i cosiddetti “nominati”, premiati attraverso il listino.
La proposta di legge sarà presentata a breve dal Gruppo regionale Liguria Popolare che entra, così, nel dibattito avviato qualche settimana fa dal presidente della Regione Giovanni Toti per adottare, prima della scadenza della decima legislatura, una riforma elettorale tutta ligure.
"Abbiamo avanzato questa proposta – dichiara Andrea Costa – nella convinzione che possa rappresentare uno spunto di riflessione all’interno dell’Assemblea legislativa per arrivare, prima delle elezioni regionali, ad un risultato che sia il più condiviso possibile".
Il primo punto della proposta è l’abolizione del listino: "Liguria Popolare – spiega Andrea Costa – è un movimento nato sul territorio, che ha fatto proprio del radicamento sul territorio il centro della propria attività politica e, proprio per questo, intendiamo misurarci con il giudizio diretto dei nostri concittadini".
La seconda novità assoluta, anche rispetto alle proposte emerse finora, è l’introduzione delle tre preferenze per la parità di genere: "Rispetto alle due preferenze – riprende Costa – questa opzione garantisce davvero le possibilità di scelta dell’elettore che, altrimenti, sarebbe vincolato a due soli nomi. Del resto la nostra proposta è già sperimentata, con successo, anche nella formazione del Parlamento Europeo".
Abolizione dei collegi provinciali e istituzione di un collegio regionale unico. "La Liguria è una regione sostanzialmente piccola, con un corpo elettorale altrettanto piccolo ed è ragionevole pensare – aggiunge Costa – che possa essere riconsiderata in un unico collegio".
Secondo il consigliere, inoltre, "questa formula consente una maggiore libertà, perché permette di mettere in campo le risorse migliori, cosa che non sarebbe possibile, anche per il rispetto delle cosiddette “quote rosa”, nella frammentazione delle liste provinciali".
Il sistema prevede, inoltre, che ogni partito o coalizione presenti una lista regionale di trenta candidati che, a seconda della percentuale di voti ottenuti, entra in Consiglio: la lista più votata ottiene 15 seggi più quello del presidente. Costa non esclude una sorta di premio di maggioranza: se la lista vincente supera il 40% dei consensi, otterrà 18 seggi.
"È un sistema elettorale molto semplice e ispirato ai più alti princìpi democratici – conclude Costa – perché permette l’ingresso in Consiglio solo a coloro che rappresentano il maggior numero di elettori rispettando davvero l’orientamento politico dei cittadini liguri".