“Alla Spezia rimane come nel 2017 il 6 agosto la data fatidica dopo cui le imprese possono iniziare a lavorare per il proprio reddito e non per il fisco ma scivola di due posti all’indietro nella classifica. – Commenta Federica Maggiani Presidente Cna La Spezia - La notizia preoccupante è che se non interverranno correttivi a livello nazionale, quest’anno la pressione fiscale sulle piccole e medie imprese tornerà a salire. La tassazione italiana viene considerata uguale per tutte le imprese da nord e sud, ma purtroppo la realtà è tutt’ altra e su questo sicuramente molto possono le Amministrazioni e i Governo decentrati, ovviamente accompagnati e sostenuti da normative generali adeguate e non passibili di interpretazioni. Ogni riferimento alla TARI non è puramente casuale”.
“Gli imprenditori spezzini possono tirare un sospiro di sollievo dal 6 agosto, mentre i colleghi genovesi non possono farlo fino al 24 agosto, Imperia respira dal 23 Luglio e le vicine Massa e Carrara dal 30 Luglio. Prosegue la presidente Cna della Spezia -. Il dato, inoltre, va analizzato facendo un calcolo del costo rispetto al beneficio, in tal senso a fronte di tassazioni anche importanti dovrebbero corrispondere servizi adeguati.
Se consideriamo, però, che fra i servizi rientrano infrastrutture, servizi socio-sanitari, servizi scolastici, nonché tutta la parte legata agli adempimenti amministrativi, la classifica non ci aiuta a dire che davvero ci sia corrispondenza tra ciò che paghiamo rispetto ai benefici. Per approfondire almeno una parte di quest’aspetto da quest’anno CNA, col suo centro studi, ha lanciato un’altra campagna tesa ad analizzare puntualmente quali siano gli adempimenti a cui un’impresa deve attenersi per dare l’avvio alla sua attività.
La campagna si chiama “Comune che vai, burocrazia che trovi” e mi fa piacere annunciare che La Spezia sia stata presa come uno dei Comuni campione e che CNA della Spezia stia collaborando attivamente per fornire tutti i dati necessari. Sicuramente, – conclude Maggiani -, i risultati di questo studio ci riserveranno sorprese non banali sulle differenze di comportamento e quindi anche sui tempi più o meno lunghi e sui costi a cui una persona deve andare incontro quando vuol fare impresa”.
Alla conferenza stampa che si è svolta questo pomeriggio era presente anche il sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini, che ha affermato: "Alla luce di quando spiegato da CNA, è importante sottolineare come amministrare bene possa fare la differenza; anche se non possiamo incidere tantissimo, quello che possiamo fare è molto importante ad esempio con il contributo alle rette scolastiche. Questo è un tema che va affrontato per liberare le piccole e medie imprese visto che il nostro paese vive su quelle non avendo più grandi imprese. Noi come amministrazione abbiamo già programmato diversi investimenti che potremo mettere in atto grazie a progetti che abbiamo vinto. Sono molte le opportunità che però vanno colte".
Lorenzo Brogi, Assessore al Commercio e alle attività produttive del Comune della Spezia, ha aggiunto: "Gli uffici del Suap della Spezia sono efficienti e funzionano bene fornendo una importante risposta, un piccolo aiuto che in questo panorama può alleggerire molto ed aiutare le imprese del territorio nel lavoro quotidiano".
Le proposte Cna per un fisco più sostenibile:
1) Ridurre la tassazione sul reddito delle imprese personali e sul lavoro autonomo, partendo dai redditi medio-bassi, utilizzando le risorse provenienti dalla “spending review” e dalla lotta all’evasione;
2) Rivedere la tassazione IRPEF delle imprese personali e degli autonomi, prevedendo delle riduzioni automatiche all’aumentare del reddito dichiarato rispetto al reddito “normale” che emerge dai nuovi Indicatori Sintetici di Affidabilità (ISA) (chi più è efficiente meno paga);
3) Rendere l’IMU pagata sugli immobili strumentali delle imprese completamente deducibile dal reddito d’impresa;
4) Prevedere il riporto delle perdite per le imprese che adottano il regime semplificato di determinazione del reddito secondo i criteri di cassa, già con riferimento alle perdite generate nel 2017;
5) Trasformare le detrazioni relative a spese per lavori edili in crediti d’imposta cedibili agli intermediari finanziari, modificando ed integrando i regimi di cessione attualmente in vigore;
6) Definire il concetto di insussistenza di autonoma organizzazione ai fini del non assoggettamento all’IRAP ed aumentare la franchigia IRAP ad almeno 30 mila euro;
7) Rivedere i criteri per l’attribuzione dei valori catastali degli immobili, al fine di allinearli periodicamente ai valori di mercato ad invarianza di gettito;
8) Agevolare il passaggio generazionale delle imprese individuali tramite la completa neutralità fiscale delle cessioni d’azienda, al pari di quanto previsto in caso di conferimenti;
9) Evitare di spostare sulle imprese gli oneri dei controlli attraverso un uso intelligente della fatturazione elettronica BtoB, eliminando nel più breve tempo possibile tutti i regimi Iva del “reverse charge” attualmente previsti, lo “split payment”, nonché la ritenuta dell’8%, applicata sui bonifici relativi a spese per cui sono riconosciute le detrazioni fiscali.
10)Introdurre la Flat tax. La Flat tax deve essere introdotta in modo progressivo e credibile secondo un piano che, sulla base delle risorse rese disponibili attraverso il recupero dell’evasione e la riduzione della spesa pubblica: 1) preveda la riduzione delle aliquote IRPEF a partire da quelle più basse del 23% e del 27%; 2) elimini la discriminazione attuale operata dalle detrazioni da lavoro delle piccole imprese personali.
11) Estensione del regime forfetario. Il regime forfettario deve essere esteso a tutte le imprese individuali e professionisti con ricavi inferiori a 100.000 euro è sicuramente la via giusta. Una misura che coniuga una reale semplificazione fiscale insieme ad una forte riduzione della pressione fiscale per centinaia di migliaia di imprese. Il regime forfetario nasce da una proposta della CNA che, purtroppo e con rammarico della CNA, ha visto una applicazione limitata alle sole imprese con ricavi compresi tra i 25 mila e 50 mila euro, per effetto dei vincoli comunitari, dal momento che il regime, tra l’altro, prevede l’esonero dall’applicazione dell’IVA.