In poco più di un mese e mezzo di lavoro il Segretario Generale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale Francesco Di Sarcina ha dettato le proprie linee guida per la fusione dei due porti della Spezia e di Carrara con uno sguardo alle prospettive future. In questa intervista, la prima dall’inizio del suo mandato, abbiamo chiesto a Di Sarcina il piano di lavoro dei due porti e il futuro energetico delle banchine.
Partiamo dal suo esordio, la sua nomina viene espressa durante la campagna elettorale e genera discussione, soprattutto dall’attuale sindaco Peracchini che avrebbe preferito un nome legato al territorio: come commenta questa diffidenza?
Vivo nell’ambiente delle Autorità portuali da ormai 15 anni e sono un dirigente dell’Autorità portuale di Messina ora in aspettativa. In questa mia lunga esperienza mi è capitato di trovarmi in discussioni simili anche a parti invertite. Si tratta di un impatto iniziale del mondo cittadino verso nomi estranei: succede qui come altrove, inoltre nel periodo di campagna elettorale ci sono prese di posizione su dei principi e modi di pensare, non di tipo personale. Ho incontrato il Sindaco Peracchini: è stato molto franco con me dicendomi che non era d’accordo con la mia nomina e io gli ho risposto che gli farò cambiare idea. Dopo una stretta di mano e un sorriso ci siamo scambiati i recapiti. L’importante è avere la contezza che sono qui per lavorare nell’interesse di questo sistema portuale. Sono qui per accelerare il funzionamento dell’Ente, in un momento storico molto particolare, dove è necessario avere una persona d’esperienza. Vista la delicata situazione che ha riguardato La Spezia e la necessità di procedere rapidamente all’accorpamento dei due porti.
A proposito di fusione dei due porti in un’unica Autorità di Sistema: come si sta procedendo in questo percorso inedito?
Siamo dei pionieri, siamo gli unici in Italia ad aver già consegnato al Ministero la nuova pianta organica che non è una somma algebrica delle risorse umane, ma dovrà riorganizzare il sistema. Al vertice organizzativo ci saranno cinque dirigenti per uffici ad alta complessità: Dott. Bosi, Direttore Ufficio Territoriale di Marina di Carrara; Dott. Perfetti, Direttore ufficio Personale e del demanio; Dott. Di Conca, direttore ufficio d’amministrazione; Dott. Pomo, Direttore dell’Ufficio Tecnico, mentre, sino alla nomina del quinto dirigente resterà nelle mie mani la delega ai Progetti Speciali. Questa organizzazione del quadro amministrativo prevede incarichi biennali, non verrà dato nulla per scontato e i dirigenti dovranno dimostrare di essere bravi. Non regaliamo niente, qualcuno ci perderà, ma fa parte del gioco. E’ una questione di orgoglio poter dire che faremo di questo sistema un modello. Vogliamo che La Spezia sia un riferimento nel panorama nazionale: è un porto molto importante e ciò che è accaduto recentemente deve essere cancellato e superato anche in termini di immagine. Ritengo fondamentale l’impegno nei confronti della razionalizzazione dei costi e nell’adozione di un Piano della trasparenza e anticorruzione e di un Codice Etico per creare un rinnovato clima di rispetto e fiducia.
Passando ai dati, il porto della Spezia registra un traffico commerciale con una crescita del 14,2% rispetto allo stesso semestre del 2016, nell’insieme del dato in positivo, calano però le rinfuse solide. Nonostante sia prevista nel piano regolatore portuale la presenza di un polo delle merce varie, queste scendono in termini numerici: non è forse meglio pensare ad un soggetto all’interno del porto che si occupi di questa merce?
Le merci vanno containerizzandosi sempre di più perché ciò risponde ad una economia enorme in termini di trasporto ed imballaggio. Il container è un oggetto universale dal punto di vista logistico e corrisponde ad un risparmio infinito, anche se tutto non si può trasportare in questo modo, basti pensare al vicino marmo di Carrara che purtroppo oggi soffre anche della concorrenza cinese. Un porto che vuole fare +15/20% non può che puntare su materiali vari. Anche se abbiamo contatti con un armatore con un progetto di trasporto di merce varia.
Dalle statistiche si evince che il traffico delle merci varie è in diminuzione, come mai?
I motivi sono tanti, tra cui l'instabilità della Libia, ma a mio parere il motivo principale è dovuto al fatto che negli ultimi anni molti armatori hanno deciso di containerizzare delle merci che tradizionalmente venivano trattate come general cargo (merci sfuse). Questo giustifica perchè i traffici dei container sono in aumento a discapito delle marci varie.
Si parla di elettrificazione delle banchine tra gli interventi futuri: è un obiettivo plausibile?
L’elettrificazione delle navi da crociera è una equazione senza soluzione. Le navi da crociera sono dei veri e propri paesi galleggianti con circa 5mila persone a bordo. Pensare di riuscire a fornire l’energia necessaria alimentandole “con una spina” a bordo nave non è una cosa banale perché occorre una centrale di trasformazione dell’energia, e costruire investendo dello spazio del porto dedicato a questa necessità. Portare energia ad alta tensione costa cifre ingenti e l’energia costerà tantissimo. Per più di una nave è impensabile. Il futuro guarda ad altri tipi di alimentazione: al GNL il gas naturale liquefatto. Nel Nord Europa la propulsione a Gas naturale liquefatto sta prendendo piede ed entro il 2025 dovremo obbligatoriamente convertire i traghetti a questo tipo di alimentazione pulita. Ci sarà da considerare anche un lavoro di refitting delle navi per adattarle a questa nuova energia. Stiamo ragionando sulla collocazione di un punto di rifornimento, tenendo in considerazione anche l'impianto di Panigaglia. Pensare di fare della Spezia un polo a livello del Mediterraneo per l’alimentazione di GNL è una prospettiva su cui ragionare.
Bisogna usare l’intelligenza e il futuro sarà legato all’esigenza di alimentare le navi con il Gas, pensare anche ad una riconversione del sito dell’ex area Enel legato a questa idea potrebbe essere una grande prospettiva.