Loro in ogni cosa mettono passione e generosità e le troviamo impegnate ed esuberanti su un disegno, in cantiere, ad una fiera sulla casa, a lezione con professionisti e agenti immobiliari, impegnate nell’associazionismo ed in famiglia.
Cove vi siete conosciute?
Sui banchi dell'aula 4C del corso di progettazione dell'Università di Genova. Dopo 10 anni io ed Elisa ci siamo incontrate nuovamente, vicine di poltrona nella sala del training autogeno del corso preparto della Asl5 della Spezia, entrambe architetto col pancione. Siamo diventate mamme in contemporanea i primi di febbraio del 2010 dando alla luce due bellissime bambine.
Quando e perché avete costituito la società?
Esattamente 4 anni dopo, superato il “travaglio” delle nostre nuove vite, decidiamo di affrontare e condividere nuovamente un nuovo “parto” con lo stesso amore, spirito e dedizione. Cercando di trasformare la crisi del settore edilizio in una nuova opportunità, abbiamo cercato di reinventarci come professioniste. Nasce così "i love home-idee e progetti per tutti!”
Come è iniziata la vostra sua attività di professioniste/imprenditrici?
In realtà non essendo più ragazzine abbiamo iniziato a lavorare come architetti libere professioniste da più di 10 annni; è stato il momento difficile, la crisi nell'edilizia che ci ha dato la spinta a rinnovarci e a creare qualcosa di diverso.
Quali sono le principali soddisfazioni del vostro lavoro?
Soddisfazioni fortunatamente tante! Sicuramente vedere felici i nostri clienti è la nostra migliore gratificazione. E grazie a questi feedback positivi lavoriamo molto grazie al passaparola. Vedere realizzate le nostre idee dal disegno alla realtà non ha prezzo.
Vi siete mai sentite discriminate nel lavoro per il fatto di essere donne?
Beh sì.... In Italia nonostante il 42% degli architetti sia donna, con un incremento dell’11% rispetto al 1998, i colleghi maschi percepiscono mediamente il 57% in più delle donne architetto. Esiste una discriminazione alla base! Personalmente – ci spiega Francesca - ho avuto esperienza di questo quando sono stata lasciata a casa da un impiego dipendente appena rimasta incinta con la frase «Signorina ora avrà cose più importanti di cui occuparsi...». E in effetti quel Signore aveva ragione... Mi sono impegnata nel mio sogno e sono riuscita ad aprire la mia società e diventare mamma imprenditrice! Attualmente – prosegue Elisa - la discriminante è che spesso le maestranze soprattutto quelle non italiane non riconoscono in cantiere la figura autoritaria della donna. A volte è capitato di sentirci chiamare "signore" e non essere prese in considerazione dalle mastranze e sentir invece chiamare con riverenza "Architetto prego si accomodi!" il tirocinante maschio che ci aiutava a fare il rilievo.
Donne, architettura e edilizia. Quali sono i punti di forza e quali gli ostacoli?
Non è facile lavorare in un settore storicamente maschile, quindi pensiamo che le donne debbano sfoderare una grande tenacia per farsi ascoltare al di là dei pregiudizi di genere. Partiamo svantaggiate a volte ma questo ci consente di sviluppare un carattere grintoso e determinato. Le donne solitamente devono affrontare un percorso a ostacoli più impegnativo in cui flessibilità e attitudine organizzativa sono fondamentali per ottimizzare al meglio il tempo, coordinando lavoro e famiglia. Uno degli elementi di forza riteniamo possa essere la particolare attenzione ai dettagli, sia in termini di gestione delle relazioni sia di visione del pogetto, una maggiore "sensibilità" nella gestione delle relazioni con i cliente e fornitori; le donne hanno spesso un approccio più empatico verso le persone e riescono a vedere a tutto tondo, non soffermandosi su un singolo aspetto quando affrontano tematiche importanti. Visto che siamo anche "donne di casa" abbiamo una maggiore sensibilità verso soluzioni progettuali funzionali al vivere quotidiano della casa. E questa cosa piace, soprattutto alle nostre clienti donne e mamme. Non si deve snaturare la propria femminilità per ricalcare un atteggiamento maschile. Siamo invece convinte che una donna debba rimanere tale anche nel modo di approcciarsi all’attività di imprenditore mantenendo peculiarità come la capacità di gestire il tempo e conciliare il lavoro con la famiglia e la vita privata.