La donazione gratuita di eccedenze alimentari è inoltre consentita anche oltre il termine minimo di conservazione, purché siano garantite l'integrità dell'imballaggio e idonee condizioni di conservazione.
Le cessioni gratuite di eccedenze alimentari dovranno essere destinate principalmente al consumo da parte degli indigenti. Se le eccedenze non sono più adatte al consumo umano possono però essere usate come cibo per animali o per il compostaggio.
Il testo normativo è esplicito anche per quanto riguarda la sensibilizzazione della società al tema dello spreco. Per ridurre gli sprechi alimentari anche nel settore della ristorazione le regioni possono stipulare accordi o protocolli d'intesa per promuovere comportamenti responsabili per dotare i ristoratori di contenitori riutilizzabili, realizzati in materiale riciclabile, per consentire ai clienti di portare a casa i propri avanzi.
"In Italia – commenta Gian Paolo Angelotti, Presidente Nazionale Fiesa Confesercenti - lo spreco di cibo costa lo 0,5% del Pil, oltre 8 miliardi di euro. Secondo l'Osservatorio Waste Watcher sugli sprechi, a livello domestico in Italia si sprecano mediamente il 17% dei prodotti ortofrutticoli acquistati, il 15% di pesce, il 2% di pasta e pane, il 29% di uova, il 30% di carne e il 32% di latticini. Per una famiglia italiana questo significa una perdita di 1.693 euro l'anno".
"L'impegno – prosegue il Presidente Angelotti - è quello di rendere subito operative le indicazioni contenute nel testo di legge sostenendo e promuovendo in primo luogo le iniziative di redistribuzione dei prodotti invenduti (o scartati lungo la filiera agroalimentare) alle categorie di cittadini al di sotto del reddito minimo ma anche istituendo sul territorio corsi e programmi educativi per aumentare la consapevolezza, la conoscenza e l'attenzione dei cittadini sugli impatti sociali, economici e ambientali degli sprechi".
"La legge n. 166/2016 – conclude il Presidente Fiesa Confesercenti - prevede inoltre benefici fiscali per chi cede a titolo gratuito prodotti alimentari agli indigenti. Infatti per incentivare chi dona, i comuni possono applicare una riduzione della Tari - la tassa sui rifiuti - proporzionata alla quantità delle donazioni. Invito i colleghi interessati a contattare gli uffici Confesercenti per avere spiegazioni dettagliate in merito."