"Il pescato di acciughe ligure - spiega Daniela Borriello, responsabile regionale Coldiretti Impresa Pesca Liguria - non si riesce a piazzare perché la maggior parte del pesce arriva da fuori.
I grossisti lo prendono dalla Croazia e dalle coste adriatiche italiane, dando precedenza a questo prodotto rispetto a quello locale, che è molto più fresco, essendo stato preso appena la notte precedente.
Lo fanno per convenienza: il pescato che comprano da fuori lo pagano prima, quindi preferiscono venderlo per primo, mentre quello locale lo pagano ai pescatori nella misura in cui lo vendono.
E poi il prodotto che arriva da fuori lo pagano meno, quindi fanno più ricarico". Prosegue la Borriello: "Non sono fondate le accuse sulle quantità e sul rischio depauperamento dei mari.
Ogni nottata può essere diversa dall'altra per via delle correnti: per esempio, tra questi venerdì e sabato le lampare attive nel mari ligure non hanno presto praticamente niente.
Non è che i pescatori scelgono di pescare tante o poche acciughe. E comunque il rischio depauperamento non sussiste, perché ora c'è tanto pesce".
Al mittente anche le osservazioni sulle misure: "Alcune acciughe possono essere più piccole, ma comunque non sono sotto misura. Ad ogni modo, bisogna ricordare che la normativa europea non consente di ributtare in mare il pescato, di qualunque tipo sia, pena severe sanzioni".
La Borriello sottolinea che "su quattro piatti di pesce, tre sono prodotto importato.
E' questo il nostro problema principale, perciò lavoriamo costantemente per valorizzare il nostro pescato. Una battaglia per il bene del comparto e del consumatore finale".
Consumatore che, spiega la Borriello, "non si accorge di quell'uno o quei due euro in più o in meno in pescheria, differenza che è però legata a dinamiche molto significative per quanto riguarda il rapporto tra pescatori e grossisti".
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