Alla base della questione la contestata e scorretta interpretazione della Direttiva Servizi, per le quale le concessioni demaniali vengono individuate come un servizio e non un bene.
Ad oggi le concessioni scadute il 31 dicembre scorso sono state prorogate al 2020, con il benestare dello Stato, ma in attesa d'esame alla Corte di Giustizia Europea. La richiesta è di un a proroga di trent'anni per le attuali concessioni e dell'avvio dell'evidenza pubblica solo per le nuove. A rischio l'attività di trentamila concessionari demaniali e delle rispettive famiglie.
"Le aste non sono un destino inevitabile e non intendiamo darle per scontate: Il faro della nostra battaglia deve restare l'uscita delle concessioni demaniali dalla direttiva Bolkestein." Ribadisce Tomei "altri Paesi, come Spagna e Portogallo, sono stati in grado di fare con efficacia nei confronti dell'Europa, risolvendo il loro problema."
"E' in gioco una partita che non si può permettere di perdere il sistema paese, visto che sono in ballo 30mila imprese, un contributo del 65% al movimento turistico generale, lo svolgimento di funzioni di interesse pubblico, come la pulizia delle spiagge o il salvamento, esercitando una funzione sussidiaria allo Stato" dichiara Alessandro Roccomini, Presidente Regionale CNA Balneatori Liguria "Non solo, vantiamo esempi di imprenditori che, con l'assunzione della responsabilità sociale di impresa, si pongono come portatrici di una modalità sostenibile di utilizzo della bene in concessione ad esempio il Progetto Lidi Ecosostenibili di Donnedamare, un percorso di ricerca di buone prassi etico ambientale."