Una proposta dannosa in quanto i crediti di imposta sono recuperabili in dieci anni e le ditte non sono banche, un progetto sganciato dalla realtà in cui la crisi per l'edilizia non è ancora finita.
La cessione dei crediti d'imposta alle imprese per questa tipologia di lavoro causerebbe nel corso di un anno un ammontare dello stesso abnorme ed incompensabile in capo alle imprese del settore obbligandole a ricorrere al risconto dei crediti fiscali, ceduti loro dalle famiglie, presso le banche a tassi di interesse che, proprio grazie alla forte esigenza delle imprese di monetizzare, sarebbero molto elevati. Con tassi di interesse alti applicati dalla banche nei fatti si realizza una riduzione consistente del beneficio accordato alle famiglie che sostengono la spesa.Ciò per il semplice motivo che lo sconto applicabile dall'impresa che esegue i lavori alle famiglie, in ragione del tasso di sconto che l'impresa dovrà subire dalle banche in cambio della cessione del credito, potrebbe risultare a sua volta molto basso.
La trasformazione, volontaria, del beneficio fiscale sulla riqualificazione energetica in credito cedibile rimane comunque il percorso migliore. La CNA ha avanzato da tempo la propria proposta alternativa che consiste nel far diventare denaro spendibile subito, per realizzare i lavori, la rata di detrazione decennale, cedendo il credito fiscale alle banche.