Al centro della riflessione i progetti di ricerca scientifica in ambito medico sostenuti dalla Fondazione e attivati sul territorio, in sinergia con l'Asl 5 Spezzino, grazie alla collaborazione delle Università limitrofe.
"Con il finanziamento di progetti di ricerca scientifica la Fondazione intende perseguire l'obiettivo di rafforzare il legame - ha affermato Matteo Melley, presidente dell'Ente - fra il nostro territorio e le Università attraverso le strutture ospedaliere, che accolgono e possono beneficiare delle competenze dei ricercatori. Obiettivo prioritario è anche quello di rafforzare la fiducia che i cittadini devono avere in queste stesse strutture, ritenute dalle Università idonee per sviluppare studi con importanti ricadute sulle attività di assistenza".
"La ricerca medica clinica, la formazione e l'aggiornamento sono aspetti fondamentali per promuovere la competitività della nostra azienda – ha detto Gianfranco Conzi, direttore dell'ASL 5 Spezzino, - e questi progetti, realizzati grazie alla sinergia con la Fondazione, contribuiscono ad elevare l'efficienza clinica dei nostri ospedali, creando situazioni di eccellenza".
Nel corso del convegno sono stati illustrati da medici e ricercatori quattro progetti, avviati in collaborazione con le Università di Pisa, Genova, Napoli e del CNR, che studiano alcune fra le malattie più comuni della popolazione della provincia della Spezia e della Lunigiana, quali la cardiopatia ischemica, la depressione, l'ictus e le malattie neurodegenerative.
Per il progetto Ansia e depressione come fattori di rischio di sindromi coronariche acute, Alberto Balbarini, direttore del Dipartimento Cardio Toracico e Vascolare dell'Università di Pisa, consigliere di Indirizzo della Fondazione, ha sottolineato come acquisire informazioni di tipo scientifico può consentire ai medici di curare meglio i pazienti. Il progetto di cui il professor Balbarini è responsabile, insieme a Stefano Pini, professore del Dipartimento di psichiatria dell'Università di Pisa, intende dimostrare l'eventuale presenza dei disturbi dell'umore e dell'ansia nei pazienti che hanno presentato un Infarto del Miocardio, e come questi disturbi possano influenzare l'evoluzione della malattia cardiaca. La ricerca ipotizza come curando la depressione possa esserci un minor effetto di rischio cardiovascolare e studia le cellule epiteliali (EPC) che hanno, tra le altre, anche la capacità di contribuire alla riparazione del danno vascolare. I pazienti oggetto dello studio, sostenuto anche dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, sono stati reclutati nei tre Centri di Cardiologia degli ospedali di La Spezia, Sarzana e Lucca.
Il progetto Nuove strategie terapeutiche per l'ictus acuto, illustrato da Massimo Del Sette, direttore dell'Unità operativa di Neurologia dell'ospedale S. Andrea della Spezia, si focalizza sull'incidenza dell'ictus, sull'importanza della diagnosi precoce della malattia e sulle strategie di cura, oltre alla trombolisi. Lo scopo della ricerca è migliorare l'assistenza ai pazienti con ictus ischemico nella provincia spezzina. Recentemente, la dimostrazione dell'efficacia del ricovero presso Stroke Units o Centri Ictus dedicati a tale patologia - alla Spezia il Centro è attivo dal 2009 - ha consentito di effettuare importanti passi avanti nella cura di questa grave patologia.
Lo studio Gestione dello scompenso cardiaco in Lunigiana, coordinato da Rita Mariotti, professore associato presso il Dipartimento Cardio Toracico dell'Università di Pisa, conclusosi recentemente, è stato teso a individuare sul territorio una modalità di cura dei pazienti affetti da scompenso cardiaco e di prevenzione delle riospedalizzazioni. La ricerca ha evidenziato come sia particolarmente utile diagnosticare e trattare al meglio i pazienti senza necessità di trasferimento dal proprio territorio o dal proprio domicilio, se non in casi previsti e codificati. Due medici cardiologici sono stati impiegati nella creazione di ambulatori dedicati e nell'effettuazione di consulenze ed esami Ecocardiografici anche a domicilio. A conferma dell'efficacia del programma, si è osservata una riduzione statisticamente significativa dei ricoveri ospedalieri, passando da un tasso annuo del 22,9 per cento nei due anni antecedenti l'inizio dello studio a un tasso del 4,3 per cento durante la realizzazione del programma. Oltre alla significativa riduzione di riospedalizzazioni per scompenso cardiaco, si è ottenuta un'ottimizzazione del regime terapeutico in più del 50 per cento dei pazienti.
Infine, il progetto La PET con 18-FDG come predittore di risposta alla riabilitazione cognitiva nel deterioramento cognitivo lieve, portato avanti da Andrea Ciarmiello, direttore dell'Unità operativa di Medicina Nucleare dell'Ospedale S. Andrea della Spezia, è nuovo progetto multicentrico che si prefigge di studiare le metodologie utili a riconoscere precocemente l'insorgenza della demenza nei soggetti anziani. Il progetto, finanziato nell'ambito dei programmi di ricerca del Ministero della Salute, ha come capofila l'ASL 5 Spezzino, e si realizzerà grazie alla collaborazione del dottor Massimo Del Sette e di unità operative esterne alla regione Liguria, quali il CNR e l'Università Federico II di Napoli.