In calce la firma del portavoce nazionale Gian Oberto Gallieri, Restauratore, che assieme a Stella Sanguinetti, anch'essa restauratrice e Presidente CNA Restauro della Liguria, dettero voce alla prima protesta nazionale dei Restauratori proprio a Sarzana nell'ormai lontano 2009, radunando centinaia di imprese liguri e toscane.
"Eravamo in tantissimi in quel primo incontro svoltosi ad inizio estate "- dice Sanguinetti –" ma adesso siamo rimasti in poche decine, falcidiati dalla crisi sicuramente e dalla diminuzione consistente di investimenti da parte del Ministero sul nostro Patrimonio Culturale ma anche da un iter legislativo scellerato che non si è ancora chiuso".
Una "fase transitoria- continua infatti la nota inviata " che oramai si è trasformata in perenne, visto che ha origine nel lontano 199". E tutto questo prosegue "nel vostro silenzio più completo, come se il Ministero fosse un ente privato e non un'istituzione pubblica, che in quanto tale deve rispondere del rispetto delle leggi e dei regolamenti alla collettività".
"Ma non interessarsi a noi Restauratori"- aggiunge la presidente Artistico Cna della Spezia – "significa disinteressarsi al Paese nel suo complesso".
In questo, come in tanti altri settori, alla rabbia e voglia di dare un contributo dei primi anni è subentrato gradualmente lo sconforto , la sfiducia in chi invece dovrebbe fare delle nostre ricchezze una bandiera non solo a parole, mettendo risorse e valorizzando una professionalità , quella del restauratore, che all'estero ci invidiano e che ci richiedono.
Sì perché beni culturali significa, oltre che preservare la propria storia, attrarre pubblico costantemente , cioè turismo 360 giorni l'anno, significa conservare non solo monumenti antichi, parchi archeologici, chiese, castelli ma anche recuperare interi borghi, permettendo loro di essere rivissuti, di conservare palazzi e dimore nei centri storici. Significa, insomma, dare un contributo a quella che ormai è la visione nuova di uso del territorio.
Una filiera che inizia dal restauro e si collega all'edilizia e a tutta la sua filiera: vi sembra poco? A noi no, specie in un' Italia in cui si parla di grande industria - che non c'è più- come un miraggio e si ha sottomano la possibilità di crearne una come questa che creerebbe moltiplicatori economici in tantissimi altri settori: turismo, edilizia, professionisti, legno, vetri, carta e qui vogliamo fermarci.
"Noi pochi che ancora riusciamo a resistere" – chiosa Sanguinetti "non abbiamo nessuna intenzione di tirare i remi in barca ma è sempre più difficile; per farlo abbiamo creato alleanze e collaborazioni sul territorio con un unico obiettivo: conservare, preservare, promuovere, cercare risorse da privati. Lo facciamo e lo abbiamo fatto con la Curia, con associazioni come l'Istituto Internazionale Studi Liguri, col Fai. E' poca cosa forse ma le iniziative di sensibilizzazione nella nostra provincia si sono moltiplicate e avere Istituzioni e collettività consapevoli è il primo passo per partire e l'unico che permette di non dimenticare per cosa siamo conosciuti nel mondo ".