Partendo da questa consapevolezza, e per valorizzare i talenti femminili dentro e fuori dalla banca, il Gruppo Cariparma Crédit Agricole ha realizzato un progetto di sistema che, attraverso un'accurata fase di ascolto di colleghi, imprenditrici e associazioni di categoria, ha intercettato le specifiche esigenze del settore e ne ha identificato i principali ambiti d'intervento. Lo ha fatto in sinergia con due partner, Università Cattolica (team di ricerca coordinato dalla professoressa Vanna Iori) e associazione Valore D, con cui è attiva una collaborazione per diffondere politiche gender oriented all'interno dell'azienda.
Oggi, con l'adesione al Protocollo Abi per lo sviluppo e la crescita delle imprese a prevalente partecipazione femminile e delle lavoratrici autonome, DonnAzienda raccoglie i primi frutti del percorso intrapreso e lo fa non solo tramite lo stanziamento di un plafond di 28 milioni di euro a livello di Gruppo, ma anche lanciando un prodotto di finanziamento con finalità e opzioni di flessibilità aggiuntive rispetto a quanto previsto dal Protocollo stesso e una rete di servizi all'impresa e alla famiglia, vera novità per il mercato, per favorire la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro.
Secondo le stime di Unioncamere, il 94,2% delle imprese a conduzione femminile non supera la soglia dei cinque addetti, testimonianza di come per le donne "impresa" faccia spesso rima con "autoimpiego". Proprio per questo il progetto non prevede solo investimenti e sostegno start-up, ma anche una linea famiglia e salute per finanziare le spese di riorganizzazione aziendale in caso di maternità o malattia grave dell'imprenditrice. In più tre opzioni di flessibilità, attivabili al verificarsi di accadimenti personali o familiari (nascita o adozione figli, malattia imprenditrice o famigliari): sospensione totale rata fino a un massimo di 12 mesi, sospensione quota capitale fino a 18 mesi oppure variazione in aumento o in diminuzione della rata nella misura massima del 30%.
Infine,un network di servizi di welfare e di advisory in grado di fornire progressivamente alle clienti degli "agenti di alleggerimento" per conquistare tempo da dedicare all'attività d'impresa senza trascurare la vita privata.
"Carispezia, per definizione "Banca rosa" per l'alta percentuale di presenza femminile in azienda, è da sempre attenta alle esigenze delle donne considerate come un determinante punto di forza, una vera opportunità per il business – afferma Stefano Bertolini, Responsabile Area Marketing Territoriale Carispezia - Questo modo di essere è perfettamente in linea con le scelte attuate dalla nostra Capogruppo Cariparma e in particolare con il progetto DonnAzienda: un'iniziativa che si distingue per un'approfondita fase di ascolto seguita da una celere risposta a "misura di vita" rivolta alle donne imprenditrici e alle loro esigenze di lavoratrici indipendenti ma anche di madri e mogli all'interno del contesto familiare".
"I tavoli di ascolto che abbiamo realizzato ci hanno permesso di raccogliere le voci e le esperienze di realtà sia esterne (le imprenditrici femminili) che interne alla banca (i dipendenti e le dipendenti del Gruppo Cariparma) – spiega Vanna Iori, professore ordinario dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. - Il personale di banca, che da sempre si rapporta alla clientela femminile, si è rivelato depositario di informazioni preziose, che, una volta raccolte e analizzate, hanno fornito indicazioni importanti per individuare strategie e prodotti espressamente dedicati alle donne, soggetto economico emergente. Il confronto con le imprenditrici, invece, ha consentito di mettere a fuoco diversi profili di clienti femminili che si rivolgono alla banca avanzando richieste specifiche e mostrando caratteristiche particolari. Quanto emerso ha messo in luce la necessità di attivarsi per offrire alle donne imprenditrici indipendenza, solidità e tutela finanziaria. Corrispondere a questo interlocutore sempre più esigente e competente, è una sfida che acquista appeal anche per gli uomini, in tempi di sfiducia verso le banche e i promotori finanziari".
"In Italia negli ultimi anni sempre più realtà virtuose hanno scelto di valorizzare il talento femminile e creare ambienti di lavoro che favoriscano l'equilibrio e la conciliazione tra vita privata e lavoro, e si sono fatte promotrici di un nuovo modello culturale che prevede una piena partecipazione delle donne alla vita economica e sociale del Paese – spiega Claudia Parzani, Presidente di Valore D e Partner Linklaters - Oggi più che mai è importante sostenere con passione e determinazione questo cambiamento culturale, economico e sociale, condividendo criteri e obiettivi tra diverse aziende, mettendo a fattor comune le buone pratiche, favorendo lo scambio di informazioni e la creazione di reti per lo sviluppo di servizi di welfare su una scala più ampia o per un utilizzo più efficiente. Valore D, associazione che ad oggi riunisce 115 aziende impegnate a promuovere modelli di lavoro e di leadership sostenibili, sostiene questa nuova concezione di business, in cui le aziende siano guidate dalla consapevolezza della centralità della persona e, grazie a validi strumenti come il Progetto Artemisia e il Libro Bianco, aprano a donne e uomini le medesime possibilità di affermazione e di riconoscimento professionale".