In parte ha influito la temperatura più mite, ma, sia pure depurata dagli effetti stagionali, la caduta rimane pur sempre del 2,9%. I dati di Terna (primo operatore in Europa di reti per la trasmissione dell'energia elettrica) non lasciano adito a dubbi. E sono una doccia fredda per quanti affermano di vedere spiragli di ripresa. Da un anno all'altro i consumi di elettricità, uno dei segnali dell'andamento economico in un Paese industriale, sono calati in maniera vistosa. Ulteriormente. L'ultimo incremento della domanda di energia elettrica nel nostro Paese risale addirittura a settembre 2011. Quanto alla considerazione che il taglio sia dovuto alla crisi dell'apparato produttivo, a dimostrarlo è la scomposizione per macro-aree territoriale della diminuzione dei consumi. La domanda è calata del 4,4% al Nord, del 3,4% al Centro e del 2,6% al Sud. Questi dati hanno suscitato l'allarme di Assoelettrica, l'associazione che raccoglie le imprese del settore. L'organizzazione chiede, alla luce proprio dei numeri di Terna, "una radicale riforma delle regole che governano il mercato e, soprattutto, una radicale riforma delle tariffe". In particolare, l'organizzazione rileva che "il sistema tariffario penalizza le piccole e medie imprese".