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Le conseguenze sono sempre devastanti.

La guerra è una costante della storia umana, tanto da far pensare che faccia naturalmente parte della natura degli uomini, come se aggressività e violenza fossero elementi fisiologici innati. Sono tanti i conflitti che hanno segnato la storia più recente e sono altrettante le guerre attuali nel mondo che causano vittime civili e crisi umanitarie di lungo termine. In questo articolo vogliamo fornire una panoramica della situazione bellica, con focus sui principali conflitti che stanno provocando sofferenza e che non accennano a giungere a una fine.

Le principali guerre attive nel mondo

Secondo i dati dell'ultima edizione del Global peace index, attualmente sul nostro pianeta sono in corso 56 conflitti armati, il numero più alto dalla seconda guerra mondiale. Le guerre hanno assunto sempre più una dimensione internazionale (sono 92 i paesi coinvolti in scontri oltre i propri confini nazionali), con il rischio di guerre su vasta scala in futuro. La più “conosciuta”, in quanto costantemente sotto i riflettori, è la guerra in Ucraina: esplosa nel 2022 a causa dell’offensiva militare russa, non si è ancora arrestata e continua a devastare vite e a generare sfollati che cercano protezione in Europa. Dello stesso tenore è la guerra in Siria: un conflitto partito nel 2011 che ha ucciso migliaia di civili e che si è aggravato a causa della crisi climatica e del terremoto del 2023, lasciando una situazione umanitaria gravissima. C’è poi il Conflitto Israelo Palestinese, che continua da oltre 50 anni, quello nello Yemen, che dal 2015 ha generato migliaia di vittime e in Myanmar, tra i paesi più violenti al mondo con una guerra civile che genera persecuzioni alla popolazione civile.

Ci sono poi “guerre minori”, di cui si parla meno, come quella in Messico con i cartelli della droga, quella in Nigeria che va avanti dal 2009 e poi in Iraq, Etiopia, Afghanistan (in guerra dagli anni settanta, con milioni di vittime), in Africa Occidentale e ad Haiti.

Infine, ci sono quelle che vengono definite guerre “a bassa intensità”, come il conflitto tra Pakistan e India o quello in Sudan, nella Repubblica Democratica del Congo, in Somalia e in Mozambico.

Le conseguenze delle guerre attuali nel mondo

Ogni guerra, piccola o grande che sia, breve e duratura, ha sempre effetti devastanti. Prima di tutto, sulla popolazione civile, inerme di fronte a combattimenti e contrasti di cui non ha colpa e spesso sa poco. I conflitti mietono vittime umane, feriti e sfollati obbligati a fuggire dalle proprie case e dal proprio paese per riuscire a salvarsi. Inoltre, distruggendo le infrastrutture sanitarie presenti, le guerre lasciano intere popolazioni senza accesso alle cure mediche di base e in una condizione igienica e sanitaria precaria che si traduce in ulteriori morti, nella diffusione di malattie e infezioni anche gravi e nell’incremento della malnutrizione e della mortalità infantile.

La guerra ha poi conseguenze devastanti sulla mente di chi l’ha vissuta, con traumi profondi e duraturi sulla popolazione ed effetti psicologici che si manifestano anche per anni, se non per sempre.

C’è poi l’aspetto economico, con il collasso dell’economia locale che genera la perdita di posti di lavoro e l’aumento della povertà e dell'inflazione, difficile da recuperare nel breve periodo.

Altra conseguenza delle guerre è il rischio che non solo non si fermino, ma aumentino di grandezza: anche i conflitti localizzati nel tempo tendono a inglobare le regioni vicine e gruppi armati indipendenti e autonomi, creando instabilità anche oltre i confini nazionali e incrementando l’area dei combattimenti. Infine, alcune guerre hanno conseguenze economiche e geopolitiche planetarie, con un impatto cruciale sulla crescita mondiale, l’inflazione, il commercio, ma anche le relazioni internazionali e gli equilibri internazionali.


(Foto: Freepik)

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