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Leonardo alla Spezia: dall'ipotesi di cessione al grande rilancio In evidenza

di Anna Mori - L'Amministratore Delegato Roberto Cingolani: "Oggi abbiamo l'obiettivo di portare lo stabilimento spezzino al centro dell'Europa".

Innovazione, attraverso la digitalizzazione e la Ricerca & Sviluppo, ottimizzazione e razionalizzazione di prodotti e processi produttivi, alleanze internazionali, sono i tre punti cardine del Piano Industriale 2024-2028 varato dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale, Roberto Cingolani di Leonardo S.p.A.

Un piano di rilancio che intende portare l’azienda spezzina tra i più grandi players europei e internazionali, una netta inversione di tendenza rispetto a quanto si paventava meno di un anno e mezzo fa quando si parlava, invece, di una vendita del ramo d’azienda.

"Solo quindici mesi fa si ipotizzava la vendita dello stabilimento spezzino - evidenzia l'Amministratore Delegato Roberto Cingolani - oggi noi abbiamo invece l'obiettivo di portarlo al centro dell'Europa". 

Leonardo S.p.A. conta, infatti, di avviare la joint venture con Rheinmetall e iniziare così la produzione del nuovo carro armato per l'Esercito Italiano e di firmare entro il 2024 il contratto con il Ministero della Difesa per la consegna del primo 'main battle tank", il successore del carro armato Ariete, consegna prevista entro al massimo 36 mesi dalla firma del contratto. Sono le tappe scandite dall'Amministratore Delegato Roberto Cingolani nel corso della visita di ieri presso la divisione elettronica dello stabilimento spezzino del Generale di Corpo d'Armata Luciano Portolano, Segretario Generale della difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti.

"Una volta che verrà perfezionata la joint venture saremo subito pronti ad evadere le prime richieste - ha spiegato Cingolani - In una prima fase risponderemo alle attuali esigenze espresse della Forze Armate, per poi sviluppare le migliori tecnologie per incontrare anche i bisogni espressi a livello più ampio, pensando ad uno spazio europeo della difesa al quale si cerca di tendere. I potenziali mercati sono davvero ampi, si ipotizzano cifre dell'ordine di decine di miliardi. Solo chi si presenterà con le migliori tecnologie potrà occupare una posizione di primo piano".

Cingolani ha spiegato che nella produzione del nuovo carro armato Rheinmetall si occuperà della parte pesante, del motore, della trasmissione e dei cingoli, Leonardo, invece, sarà responsabile dell'elettronica e delle torrette, con una forte condivisione del 50% e 50% sulla parte armamento. 

"Quella tra Leonardo e Rheinmetall sarà una vera e propria sinergia industriale - ha sottolineato Cingolani - si parla di interesse comune e complementarietà tra le due aziende a livello di linee di produzione, ingegneria e strategia industriale, considerando anche che Rheinmetall ha un grande stabilimento a Roma, per cui per l'azienda risulta più semplice portare avanti investimenti nel nostro Paese".

Roberto Cingolani ha poi fatto riferimento a Knds, con la quale rimangono ottimi rapporti ma non è stato possibile avviare l'operazione come con Rheinmetall, perché c'era meno sinergia industriale, avendo l'azienda francese già un prodotto che non voleva modificare con le elettroniche e i componenti di Leonardo.

Il sito spezzino di Leonardo

Il sito spezzino di Leonardo ha un ruolo primario nello sviluppo, produzione e integrazione di sistemi per la difesa navale e terrestre e per lo sviluppo e la prodizione dell'elettronica e del munizionamento guidato, di cui l'azienda è l'unico produttore Europeo. Attraverso un consorzio paritetico con Iveco Defence Vehicles, Leonardo produce sistemi terrestri di nuova generazione, occupandosi dell'assemblaggio e collaudo finale.

Il sito produttivo sta registrando una crescita molto importante: nel medio periodo si prevede un raddoppio della produzione e si parla di incremento occupazionale e evoluzione infrastrutturale.

Ad oggi più di 2.500 sistemi di difesa sono stati consegnati a più di 70 Paesi nel mondo. Negli ultimi tre anni è stato registrato un aumento del 30% degli addetti, portando l'organico del sito spezzino a 1190 unità alla fine del 2023, su un totale di 2940 in tutta la regione, un trend positivo confermato anche nel primo e nel secondo trimestre del 2024.

L'età media dei neoassunti è pari a 31 anni e il 70% ha conseguito una laurea STEM. L'azienda investe molto sul benessere e il comfort dei dipendenti in azienda con interventi su uffici, zone comuni, postazioni di lavoro e linee di produzione. In corso anche l’ammodernamento di alcune infrastrutture già esistenti con tecnologie che consentono di aumentare la produttività, supportando l'attività dei propri operatori, considerata dall'azienda fondamentale. Verranno implementate anche alcune tecnologie chiave e avviate 4 nuove linee di produzione per affrontare l’aumento dei volumi produttivi. Queste attività sono state avviate con un approccio industriale integrato incentrato sulla digitalizzazione, dove organizzazione e processi vengono affrontati utilizzando nuove tecnologie, sviluppando nuove competenze, in un'organizzazione flessibile.

Le attività produttive dello stabilimento spezzino generano una catena di valore ad alta intensità tecnologica che va al di là del perimetro regionale e che alimenta un’estesa supply chain, oltre che in Liguria, anche in Lombardia, Toscana e Lazio. Alle forniture provenienti dagli altri siti di Leonardo si affianca una rete di circa 150 fornitori, in gran parte piccole e medie imprese, diffuse su tutto il territorio nazionale che generano lavoro per più di 3000 addetti.

 

 

 

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