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Alessandro Laghezza: “Il ‘Sistema Spezia’ si è riconsolidato, guardiamo al futuro con fiducia” In evidenza

di Anna Mori – La nostra intervista ad Alessandro Laghezza, Presidente dell’Associazione Spedizionieri del Porto della Spezia.

La redazione di Gazzetta della Spezia ha intervistato il Presidente dell’Associazione Spedizionieri, Alessandro Laghezza, per fare il punto sul presente e il futuro del Porto della Spezia, passando anche dalle criticità attuali legate alla situazione nel Mar Rosso, dove l’interporto di Santo Stefano Magra può costituire una risorsa importante. Abbiamo affrontato anche il tema della digitalizzazione, ambito in cui il Porto della Spezia è pioniere, e le prospettive per il futuro.

Presidente Laghezza, un commento sulle criticità che la difficile situazione in Mar Rosso sta causando ai traffici marittimi e i cambiamenti che potrebbe portare.

La difficile situazione conflittuale nel Mar Rosso, che allunga i tempi di viaggio delle navi e quindi delle merci, causa un forte stress a tutta la supply chain e rende necessario, da parte delle aziende, un ripensamento della catena logistica. Questa situazione potrebbe portare, nel lungo periodo, verso processi di reshoring e nearshoring, mentre, nell’immediato, alla ricerca di soluzioni alternative, quali ad esempio la via aerea e il treno.

Il vero pericolo è rappresentato dalla possibilità che alcune Compagnie, al perdurare della situazione nel mar Rosso, ripensino le loro rotte a vantaggio dei Porti del Nord Europa, con il successivo inoltro delle merci via treno, un’eventualità che rischierebbe di penalizzare fortemente i Porti del Mediterraneo.

Nel panorama portuale attuale, il Porto della Spezia e l’Interporto di Santo Stefano possono rappresentare una risorsa importante?

Gli eventi più recenti, e anche quelli meno recenti, come il periodo di incertezza causato dalla pandemia, ed ancora in occasione del blocco del canale di Suez, nel marzo del 2021, causato dall’incidente della nave portacontainer Ever Given, hanno dimostrato l’estrema vulnerabilità della supply chain e la difficoltà da parte delle aziende di gestire in maniera efficace modelli di puro just in time. Hanno dimostrato, altresì, la grande opportunità che può rappresentare l’esistenza di zone logistiche, per i flussi in import/export, che vadano a compensare quelle che sono le disfunzioni della catena logistica.

Santo Stefano di Magra, con le sue ampie aree di prossimità al Porto della Spezia, dove si trovano anche i magazzini doganali, costituisce una risorsa importantissima per le aziende del centro/nord Italia. Esse possono infatti utilizzare i servizi dell’interporto di Santo Stefano come ‘polmone’ logistico, per superare le inefficienze e le rotture della supply chain.

Quali sono i servizi per le merci attivati a Santo Stefano o in previsione che possono costituire un valore aggiunto per l’economia portuale?

Santo Stefano di Magra è innanzitutto un’area doganale, che gode del regime di zona logistica semplificata e che può contare su una posizione quasi unica nel panorama italiano: a pochi chilometri dal Porto e dalle principali direttrici autostradali ed inoltre connesso via treno alla rete TEN-T.

Dispone di ampie aree coperte e magazzini doganali, dove possono essere gestiti tutti i tipi di merce, dal break bulk alla merce in pallet, fino al refrigerato ed fornisce tutti i migliori servizi di logistica integrata a valore aggiunto. Quindi un’offerta completa, per le merci in importazione ed esportazione, ed una posizione che lo rende un Hub importantissimo per la logistica del nord-centro Italia.

La digitalizzazione è un tema importante e il sistema portuale spezzino è un pioniere in questo settore. Come la digitalizzazione sta supportando la logistica delle merci e quali gli sviluppi futuri?

Si va verso un modello di digitalizzazione completa della catena, che in parte è già avvenuta. Le bolle doganali, ad esempio, sono state il primo elemento del processo, ora è il turno della lettera di vettura, dopodiché verranno informatizzati anche i varchi portuali e tutto l’interscambio documentale fra le aziende. Si tratta di un ‘processo’, appunto, nel quale il Porto della Spezia è all’avanguardia, anche grazie al lavoro di ‘La Spezia Port Service’, Società partecipata dai maggiori Spedizionieri, che opera all’interno del Porto ed ha realizzato delle soluzioni ad hoc per accelerare ed ottimizzare tale processo.

Quali prospettive per il futuro?

Le incertezze internazionali rendono difficili le previsioni per il 2024.

Indubbiamente, se le tensioni nel Mar Rosso perdureranno, esiste il pericolo che una certa quota di traffici potrebbe andare persa per i Porti del Mediterraneo.

Ritengo comunque che questo sia un momento positivo per il Porto della Spezia, un momento di rilancio, sia perché sono in essere investimenti molto importanti, sia perché c’è una forte coesione fra tutti gli attori, quindi Autorità di Sistema Portuale, Terminalisti, Spedizionieri, Agenti Marittimi, Doganalisti e tutti gli operatori. Il “Sistema Spezia” si è andato a riconsolidare e, al di là delle contingenze e delle incertezze, guarda al futuro con fiducia.

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