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LSCT: nel 2024 annunciati grandi investimenti sulla manutenzione delle attrezzature del terminal In evidenza

di Anna Mori – L'AD Matthieu Gasselin: “Investiremo circa il 12% del fatturato”. Saranno necessarie nuove figure professionali per accompagnare i cambiamenti.

Dopo aver tracciato un bilancio sui risultati ottenuti dall’azienda nel 2023, l’AD di LSCT Matthieu Gasselin annuncia un grande investimento sulla manutenzione delle attrezzature del terminal, previsto per il 2024.

“Sulla manutenzione stiamo spingendo tanto – spiega Gasselin -  abbiamo riconfermato l’azienda tedesca che ha fatto un assessment delle prime gru tra settembre e novembre, da inizio febbraio completeranno il lavoro. Abbiamo in parallelo tutta la riorganizzazione dell’attività manutentiva seguita da una azienda olandese. Dopo la fotografia generale, ora siamo nella seconda fase di realizzazione delle modifiche per passare da manutenzione di emergenza a predittiva. Abbiamo deliberato un budget molto importante per quest’anno da dedicare a queste attività, che si aggira intorno al 12% del fatturato. Dovremo sostituire una cabina di una stacking e stiamo valutando di fare investimenti per comprare nuovi equipment sul Fornelli, attività urgente, ma con impatto tra due anni perché tra l’ordine e l’arrivo delle attrezzature trascorrono solitamente circa venti mesi”.

Gasselin aggiunge che LSCT ha in programma di comprare nuove ralle “per ora 15, ma vogliamo arrivare prima a 30 e poi a 50, questo è il numero a cui puntiamo, tenendo le vecchie per i pezzi di ricambio. Ogni ralla costa intorno ai 120-130 mila euro. Vorremmo passare anche alle ralle elettriche – prosegue - ma non è semplice perché è necessario implementare tutto il sistema di alimentazione e sono necessarie nuove professionalità per l’esecuzione della manutenzione, competenze che ad oggi non abbiamo ancora in azienda. Però ci arriveremo”.

L’AD di LSCT spiega anche che sono in fase di avvio i lavori per lo spostamento e l’aumento dei binari in porto, e che l’accordo tra Autorità Portuale e RFI è stato fatto. Per superare il momento di criticità nel periodo dei lavori, alcune merci verranno spostate su Santo Stefano.

Nel nuovo piano è previsto anche un rilancio del molo Garibaldi che, sottolinea Gasselin, oggi non è sfruttato come dovrebbe, ma che potrebbe essere dedicato ai servizi intra-med che garantiscono una certa continuità, iniziando a considerare anche questo molo un asset strategico perché c’è spazio e la possibilità di attraccare navi piccole.

Il Responsabile Risorse Umane Luca Trevisan spiega che questa operazione deve essere accompagnata anche da un investimento sulle risorse umane: “Dobbiamo dotarci di professionalità che non abbiamo attualmente in azienda. Stiamo portando avanti anche un’attività per cambiare l’organizzazione, perché il lavoro va strutturato con turni di lavoro diversi e squadre organizzate in maniera differente. Questo verrà implementato gradualmente perché l’abitudine delle persone non si può cambiare velocemente, ma bisogna accompagnare i cambiamenti un poco alla volta”.

Sul fronte infrastrutture il Presidente dell’Associazione degli Spedizionieri Alessandro Laghezza evidenzia che “dal punto di vista ferroviario siamo fiduciosi che la realizzazione di nuovi binari in Porto e adeguamenti tecnici della pontremolese consentiranno di supportare con adeguate capacità ferroviarie gli aumenti di volume previsti con la realizzazione del terzo bacino. Dal punto di vista stradale – aggiunge - La Spezia ha sempre avuto una via d’accesso privilegiata. Dobbiamo essere ambizioni, pensare eventualmente anche ad un’alternativa all’unica bretella di collegamento tra La Spezia e Santo Stefano, che abbiamo visto, quando ci sono lavori, diventa un problema. Non siamo noi a poterla realizzare, ma possiamo dare un’indicazione alla politica”.

Il Segretario Generale delle Associazioni del Porto Salvatore Avena sottolinea come la situazione logistica sia notevolmente cambiata a seguito del periodo pandemico e come in un porto come quello della Spezia, che fa volumi importanti in uno spazio piccolo, l’ingegneria della logistica nella gestione della flessibilità, è il valore aggiunto che consente di mantenere i ritmi. “Questo richiede nuove figure professionali – spiega Avenae non solo l’attenzione degli operatori a tutti i livelli, ma anche della politica al tema delle infrastrutture, oltre ad un tavolo di regia che sappia trasformare i problemi in opportunità”.

La Presidente dell’Associazione degli Agenti Marittimi Giorgia Bucchioni sottolinea che il porto della Spezia per come è stato organizzato ed è andato avanti negli anni, sia sempre stato un modello diverso dagli altri, un porto che ha saputo fare meglio, proprio per la velocità, la flessibilità e la dinamicità nello sperimentare e nell’approcciarsi in modo innovativo nei confronti delle situazioni che venivano a verificarsi.

La Spezia non è un porto e una città grande – evidenzia Bucchioni - ma questo probabilmente è anche un vantaggio, perché abbiamo la possibilità di poterci rapportare più facilmente tra noi operatori e avere quindi velocità operativa nella soluzione del problema, sicuramente un punto di forza”.

C’è stato un momento di grande difficoltà l’anno scorso – aggiunge Giorgia Bucchioni - ma mi sento di dire che la strada che abbiamo ricominciato a percorrere è quella giusta. Il Porto della Spezia ha sicuramente delle peculiarità che altri porti non hanno. Quindi, sicuramente, ripensare ad un modello dettato da quello che sta cambiando nel mondo per continuare a stare sul mercato in maniera competitiva, è sicuramente un qualche cosa che già stiamo mettendo sul tavolo, cercando di rimodulare un sistema che parta dalla valorizzazione delle persone e dalla formazione di nuove figure professionali, che possano portare quel valore aggiunto all’interno dell’innovazione tecnologica che al Porto della Spezia ha dato sempre grandi soddisfazioni”.

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