A livello provinciale sulla base dei dati cassa edile, possiamo stimare che oltre 650 imprese sul totale di 778 delle iscritte all’ente mutualistico – pari al 80%-, hanno potuto superare la crisi che da oltre 15 anni affliggeva il settore, solamente grazie ai vari bonus edilizi.
Dall’attività di queste 650 imprese dipende direttamente il sostentamento di oltre 4.500 famiglie, alle quali vanno sommate quelle dei liberi professionisti del settore e dell’indotto produttivo.
Il Decreto-legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri ha colto di sorpresa tutto il sistema, già in allarme per il protrarsi di una situazione di stallo che sta mettendo in ginocchio l’economia di interi territori visto il coinvolgimento di tutta la filiera dell’edilizia, motore insostituibile del mercato interno.
Il blocco dell’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici, che si stanno facendo carico di risolvere un’emergenza sociale ed economica, senza aver individuato ancora una soluzione strutturale, comporterà che migliaia di imprese rimarranno definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto.
Ma gli effetti fortemente negativi non si limiteranno al mondo imprenditoriale.
Ovviamente ci saranno conseguenze dirette e gravi anche nei confronti dei proprietari degli immobili che hanno in corso o avevano programmato interventi di ammodernamento delle loro abitazioni.
A nostro parere il Governo ha sottovalutato l’effetto di tale decisione sia sulle imprese e i loro dipendenti e sui proprietari degli immobili.
Ci uniamo all’appello al Governo della Presidente nazionale Brancaccio per una soluzione concreta e strutturale per sbloccare i crediti.
Il Governo ha il dovere di dare risposte e di individuare una soluzione.
Il nostro sistema associativo, come sempre, è disponibile a fornire il proprio contributo ad individuare un’efficace via d’uscita compatibile anche con la recente pronuncia di Eurostat.