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La viabilità spezzina potrebbe cambiare nei prossimi anni, firmato il Protocollo d'Intesa sulle infrastrutture In evidenza

di Marina Lombardi - Firmato il Protocollo d'Intesa per lo Studio Strategico "Valutazione dei progetti infrastrutturali nella provincia della Spezia". 

Che cosa succederebbe se il raccordo autostradale S. Stefano - La Spezia fosse completamente bloccato? O se la strada provinciale Buonviaggio fosse interrotta? Ne abbiamo avuto prova anche in passato quando i ripetuti crolli sulla Ripa e i costanti lavori di ristrutturazione hanno interrotto l’asse della viabilità creando non pochi drammi di traffico quotidiano. Solo la scorsa estate i cittadini spezzini hanno risentito non poco dei lavori di ristrutturazione sul raccordo creando infinite code. Per non parlare della sicurezza nel percorrere le strade spezzine che soprattutto nei mesi invernali rende i cittadini sempre più inquieti e forse anche spazientiti. Ma è anche una questione di ritorno economico sulla città quella delle infrastrutture e dell’adeguamento delle strade. Sono questi i motivi principali che hanno spinto le istituzioni ad impegnarsi nella cooperazione per uno Studio Strategico di "Valutazione dei progetti infrastrutturali nella provincia della Spezia", il cui obiettivo principale è sostenere una strategia complessiva per la sicurezza e l'efficienza delle infrastrutture locali.

Un passo significativo per lo sviluppo infrastrutturale della provincia Spezzina che potrebbe nei prossimi anni cambiare l’assetto della viabilità sia in termini di comodità e sicurezza, sia economici quello compiuto questa mattina per la firma del Protocollo d’Intesa tra Alberto Baccicalupi, Presidente Ance La Spezia, Mario Sommariva, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, Mario Gerini Confindustria La Spezia, e Pierluigi Peracchini Sindaco e Presidente della Provincia della Spezia.

 “Si tratta di un Protocollo la cui idea la abbiamo immaginata già qualche tempo fa sulla base di due fattori principali – spiega Alberto Baccicalupi Presidente Ance La Spezia – la fragilità del sistema strutturale e la faccia che potrebbe avere la nostra provincia. Ci siamo posti questo problema e ne abbiamo parlato, e siamo felici anche gli altri abbiano colto con entusiasmo l’idea di misurare gli aspetti da analizzare”. Con questo Protocollo partirà infatti uno studio di analisi sia degli effetti che potrebbero verificarsi nelle varie ipotesi – di mancanza delle presenti infrastrutture o di presenza di nuove - e costi che queste situazioni possono generare.
 
Il Protocollo si propone infatti di: Garantire la sicurezza della città della Spezia, del porto e della comunità in caso di interruzioni del raccordo La Spezia - Santo Stefano di Magra. Migliorare il sistema viario con il potenziamento e l’integrazione del sistema stradale provinciale per creare una rete viaria più efficiente e integrata e valutare il necessario impatto economico analizzando il costo futuro, noto come "costo ombra", che le prossime generazioni potrebbero dover sostenere se i progetti complementari al raccordo e la cosiddetta "Cisa bis" non venissero realizzati.

Un progetto complesso che può realizzarsi solo grazie alla collaborazione tra le diverse istituzioni. A sottolineare questo aspetto è il Presidente di ADSP Maro Sommariva che spiega: “la modernità e la complessità dell’economia si scontrano con la complessità dei temi da affrontare e non può che essere affrontata con una grande collaborazione con le diverse istituzioni. È fondamentale ed importantissimo che ci si pongano problemi che sono sotto gli occhi di tutti”. Il tema è la carenza di infrastrutture la cui domanda necessaria da porsi è “che cosa succede e quali costi ci possono essere se non viene si affrontano queste problematiche infrastrutturali? - continua Sommariva - Come sistema porto ci siamo aggregati subito perché il Porto della Spezia riguarda anche tutto il sistema economico che collega al nord Italia e in particolare l’est Padania. Il porto vive di connessioni. È vero che abbiamo una grande vocazione ferroviaria – accennando al tema pontremolese e le connessioni ferroviarie - ma abbiamo anche bisogno di strade per i  flussi che riguardano le merci. Inoltre, da sottolineare la mancanza di alternative su questa direttrice principale che è la bretella di S. Stefano”.

“Il compito di una città e della classe dirigente e quello di guardare al futuro – ha affermato Pierluigi Peracchini Sindaco e Presidente della Provincia – Per garantire lo sviluppo e continuare a creare ricchezza e opportunità di investimento bisogna partire dallo studio del territorio. Dobbiamo garantire collegamenti veloci e pratici. È necessario studiare progetti e vedere come attuarli”. Citando tra gli altri il tema del collegamento della piana di Ceparana.

Opere costose ma necessarie anche per il Presidente di Confindustria Marco Gerini, che afferma “Siamo ben consapevoli che sono opere estremamente costose, l’elemento che ci ha confermato l’importanza di questo protocollo è stato quando nello scorso anno ci sono stati gli impegnativi lavori sul raccordo La Spezia S.Stefano che hanno provocato disagi anche alla funzionalità del porto, un problema che riguarda a 360 gradi il territorio. Sono emersi anche punti di sviluppo del territorio”.  È una città in continua crescita La Spezia, e questo protocollo è pensato proprio per una valutazione approfondita. La stima afferma Gerini, è una possibilità di crescita dei prossimi 10 anni che si aggira attorno ai 5/6 miliardi di euro, concatenata a vari fattori che devono però trovare una sistemazione.

Il Protocollo di Intesa, valido fino al 31 dicembre 2025, prevede la costituzione di un Tavolo Tecnico Operativo ed è stato commissionato da Ance La Spezia e dall'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale a Confindustria Advisory del Centro Studi di Confindustria, con la collaborazione di Open Economics S.r.l.

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