Il 7° Censimento dell’Agricoltura realizzato dall’ISTAT, ha fotografato una realtà preoccupante. Il tema dell’abbandono degli uliveti riguarda il 30% dei terreni (media nazionale) con punte del 60% in Regioni come la Liguria. L’abbandono dei terreni acuisce alcune problematiche come il dissesto idrogeologico, la perdita di biodiversità, il rischio incendi, la perdita di produzione olivicola di alta qualità e anche la scomparsa di una certa identità storica. E’ un tema che colpisce soprattutto l’olivicoltura “marginale”, legata quindi a terreni marginali, ma con un alto valore ambientale e paesaggistico.
Per tentare di far fronte a questa problematica attraverso la valorizzazione e la sensibilizzazione, è nato il progetto i ‘Sentieri dell’olio’ finanziato inizialmente a valere su fondi regionali PSR. Gazzetta della Spezia ha incontrato Valeria Federici, Presidente dell’Associazione ‘Sentieri dell’olio’ che promuove l’iniziativa.
“I ‘Sentieri dell’olio’ nascono dall’intuizione di Renato Oldoini e Filippo De Nobili per dare evidenza, da un lato, allo straordinario prodotto che è l’olio del nostro Golfo e, dall’altro, per valorizzare il territorio e quindi i nostri tantissimi sentieri che attraversano gli uliveti – ha spiegato Valeria Federici - E’ un progetto che nasce dalla passione per il territorio e per quel meraviglioso prodotto che è l’olio. Gli uliveti, purtroppo, sono in buona parte abbandonati perché nel corso del tempo produrre olio è diventato sempre più costoso e quindi, l’olivo, è diventato una coltura che, salvo a livello amatoriale, si sta un po' abbandonando”.
Nove aziende che insistono sul nostro territorio, e che rispondono a parametri di qualità ben precisi, hanno messo in comune la propria produzione e fatto un percorso di crescita censendo a ‘DOP’ i propri uliveti. E’ stato realizzato uno studio qualitativo sul prodotto olio e creato il brand territoriale ‘Sentieri dei Poeti’, che viene proposto attraverso l’etichetta unica sulle bottiglie d’olio prodotte dalle aziende che hanno aderito al progetto. Questo nell’ottica di valorizzare un prodotto d’eccellenza con un panel di esperti che lo ha degustato e ha espresso un parere che è possibile leggere in tutta trasparenza sui collarini delle bottiglie. Un prodotto di categoria superiore ottenuto direttamente dalle olive senza aggiunta di acqua e produzione di rifiuti oleari, unicamente mediante procedimenti meccanici.
Il progetto, sostenuto da Regione, Confagricoltura, CIA e Camera di Commercio ‘Riviere di Liguria’, ha permesso anche di realizzare uno studio a cura di Graziano Tonelli sulle evidenze storiche dell’olio nostrano. “Come Associazione stiamo sensibilizzando le Amministrazioni del Golfo e delle zone collinari per promuovere la pubblicazione dello studio. Non solo la storia dell’olio del nostro territorio e delle realtà storicamente olivicole, ma anche quella dei sentieri”, ha chiarito Valeria Federici che ha aggiunto: “Stiamo ricevendo incoraggiamento e un sostegno concreto anche da Istituzioni ed Enti locali, tra i quali i Comuni della Spezia, Follo, Arcola, Lerici, Portovenere, Luni. Il nostro obiettivo è quello di creare il più possibile sinergie come quelle con il CAI della Spezia e Sarzana attraverso il nostro responsabile sentieri Dario Campagnolo”.
I ‘Sentieri dell’olio’ è un progetto trans-comunale di promozione del territorio attraverso il prodotto olio, con un’offerta legata anche al food e all’outdoor, una forma di turismo esperienziale che potremmo definire ‘olioturismo’, come ha spiegato Valeria: “Accanto al ‘manuale storico’, pensiamo di realizzare anche un libretto ad uso più agile con una valenza turistica, che prevede una parte descrittiva dei ‘Sentieri dell’olio’, delle aziende produttrici e delle esperienze che sarà possibile fare percorrendo i sentieri. Le stesse descrizioni verranno inserite nel nostro sito www.sentierideipoeti.it. La brochure sarà completata dalla cartina dei sentieri che evidenzierà anche le varie realtà, quali aziende agricole e frantoi. Questo permetterà a chi vorrà percorrere i sentieri di organizzare un programma su più giorni con eventuali pernotti”.
Nella cartina, che sarà disponibile in primavera, verranno distinti i percorsi naturalistici da quelli di collegamento su strada, in modo che chi intende percorrere gli anelli sia informato sulle caratteristiche dei vari tratti, potendo scegliere anche la tipologia di percorso.
I ‘Sentieri dell’olio’ passano su porzioni di tracciati già esistenti e il ‘fil rouge’ di collegamento è appunto l’oro verde. Un percorso di settantaquattro chilometri e una rete di sotto-anelli che passano vicino ai frantoi e alle aziende agricole e che intersecano tre itinerari trekking che coinvolgono i territori di 9 Comuni: l’Alta Via del Golfo e 5 Terre (AVG 5T), l’Alta Via del Golfo (AVG) e la Via Francigena (VF). Si sviluppano lungo una direttrice che percorre l’arco collinare del Golfo dei Poeti, che va dalla punta più estrema del paese delle Grazie, all’interno della Villa Romana del Varignano fino alla Città Romana di Luni, in prossimità di Bocca di Magra. Un percorso attraverso la storia, la cultura e i sapori, dove i borghi marinari, le chiese e i castelli punteggiano la costa tra mare, spiagge e monti.
L’Associazione intende anche organizzare eventi nei periodi tra ottobre e dicembre cercando di contribuire alla destagionalizzazione del turismo, rimettendo l’olio al centro e in rete tutte le aziende che ruotano attorno a questo mondo.
“L’abbandono degli oliveti è un problema reale, che forse a volte può sfuggire all’occhio non esperto perché gli stessi sono mescolati alla macchia mediterranea – ha concluso Valeria Federici - Ogni ettaro di oliveto produce circa 220 litri di olio, permettono un’entrata di circa 3.500 euro. Un’azienda media può possedere circa 3 o 4 ettari di uliveto: considerando le spese di raccolta e frangitura, gli sfalci e la potatura, abbiamo calcolato che mantenere un ettaro di uliveto costa circa 6.000 euro e, quindi, solo vendendo l’olio in piccoli formati e ad un costo adeguato, rendiamo la produzione sostenibile.
E’ necessario un piccolo salto culturale promuovendo il consumo dell’olio ‘buono’ assieme alle esperienze che il territorio può offrire. Una volta le nonne mettevano l’olio a gocce perché sapevano che è un prodotto prezioso. Per rivalutare questa preziosità, abbiamo organizzato, e organizzeremo, eventi degustativi dove abbiamo proposto pietanze scondite sulle quali abbiamo aggiunto all’ultimo l’olio come elemento importante del piatto e attraverso il quale possiamo raccontare un prodotto e un territorio, con un’esperienza qualificante”.
Il materiale fotografico è stato gentilmente messo a disposizione dall’Associazione ‘I Sentieri dell’Olio’.