Sono durate diversi giorni le riprese alla Spezia da parte della troupe di Rai5 capitanata dal regista Guido Morandini. Dall’impegnativo lavoro è nato “La Spezia, gente di Golfo”, un documentario di 55 minuti che andrà in onda in prima visione domenica 8 maggio alle 22.00 su Rai 5.
La Parte dedicata al porto della Spezia, resa possibile anche grazie all’intervento dell’AdSP del Mar Ligure Orientale e dagli operatori, inizia con le attività portuali, dall’ingresso delle navi nel golfo con l’intervento determinante di piloti e rimorchiatori, alle attività di banchina e movimento delle merci e dei container. Ma nel documentario si parla anche della città e dell’Arsenale, della base Militare e si continua poi con Lerici, l’attività della mitilicoltura, il Palio ecc.
“Guardando l’arco che la costa ligure forma verso ovest, in questo confine tra terra e acqua, viene da chiedersi di chi sia il mare. Una domanda apparentemente strana, alla quale si possono dare infinite risposte. Il mare è dei pesci, dei pescatori, di chi lo attraversa su grandi rotte commerciali, dei poeti che ne ammirano la fascinazione, delle marine che ne presidiano i confini nazionali, di nessuno… oppure è di tutti?”, dice il regista Guido Morandini.
Che prosegue: “C’è un luogo, all’inizio dell’arco ligure, che può aiutarci a rispondere a questi interrogativi: il Golfo di La Spezia. Proprio qui si sono potute raccogliere le testimonianze più disparate di uomini e donne che vivono il mare. Tutte le grandi navi, che trasportano petrolio, metalli, gas e merci varie, dopo aver attraversato gli oceani, attraccano in questi terminal e depositano lì i prodotti che sono alla base dell’economia nazionale e che riempiranno i nostri supermercati.
Gli uomini che lavorano nel porto della Spezia hanno una loro visione del mare, sebbene contraddittoria: da un lato il senso di sicurezza nello stare con i piedi per terra, dall’altro il desiderio d’imbarcarsi e andare lontano. Ma c’è anche chi il mare lo sceglie per mettersi alla prova e lo fa con lo spirito di servizio nei confronti della Patria, avendo come punto di riferimento gli eroi del passato. Il mare come sfida, dunque, come necessità imprescindibile. Lo aveva già capito Cavour che da statista scelse di costruire proprio alla Spezia l’Arsenale Militare. Nel corso del nostro viaggio, abbiamo seguito anche le esercitazioni degli incursori della Marina.
Il mare qui è vissuto anche come orto da coltivare: lo dimostrano i miticoltori del Golfo, da 150 anni allevatori di cozze e ostriche, che tra l’altro catturano l’anidride carbonica dall’atmosfera, contribuendo così a combattere il cambiamento climatico. Il mare è inoltre fuga: c’è chi lo sceglie come alternativa a una vita di pianura e di monotona routine.
Le mattine d’inverno, sul lungomare tra Lerici e San Terenzo, non è difficile incontrare Sabrina Chiappa, giovane runner che ha fatto una scelta radicale: lasciare un impiego fisso e la vita in una grande metropoli per inventarsi un nuovo lavoro e vivere così accanto al mare”.