Le chiusure dovute all’emergenza hanno impattato sulle casse dello Stato in maniera non indifferente. Tra i tanti settori, purtroppo interessati dalle chiusure a causa della pandemia e che quindi da marzo scorso non hanno potuto versare alle casse dello Stato tutta una serie di tasse per via degli incassi mancati e delle posizioni lavorative, anch’esse venute meno, vi è il comparto del gioco.
Secondo il noto quotidiano economista, Il Sole 24 ore, tra slot inutilizzate e scommesse mancate, l’erario ha perso solo nel 2020 ben 4,5 miliardi di euro. I dati forniti dal giornale si rifanno a quanto dichiarato nel bollettino del Dipartimento delle entrate dei primi 10 mesi del 2020.
Il banco perde e lo Stato insieme a lui, si potrebbe dire.
Si era già registrato un notevole calo di fatturato nel comparto del gioco fisico dovuto proprio ai cospicui interventi sulle imposte. Tuttavia, e più in generale alle sale chiuse, si è aggiunto l’effetto della crisi che ha portato a un netto calo del reddito pro-capite per la maggior parte della popolazione.
Se quindi da un lato la crisi pandemica ha messo in ginocchio l’Italia, insieme a gran parte del globo, coloro che invece hanno potuto contare su uno stipendio fisso, hanno preferito accantonare piuttosto che spendere.
C’è però un altro fattore decisivo che ha inciso sulle sale e si tratta di una vera e propria virata di massa verso l’online. Tutti gli appassionati di gioco e di scommesse, stanno gradualmente ma inesorabilmente trasmigrando verso il web dove l’accesso, scontato dirlo, non subisce restrizioni fisiche o temporali. Chi vuole giocare legalmente alle slot o a un tavolo verde, oppure fare scommesse sportive o ancora giocare agli e-Sport online, ha solo l’imbarazzo della scelta.
Un insieme di fattori prospetta, per il settore del gioco fisico, un orizzonte poco roseo e che difficilmente potrà migliorare.