Il peso e l’importanza del Porto nel tessuto economico locale è cresciuto progressivamente negli anni in maniera esponenziale, tanto da diventare ad oggi il cuore economico di tutta la provincia e delle zone limitrofe, sostituendosi a quello che per il secolo scorso è stato il ruolo dell’Arsenale nella crescita economica e sociale di tutta la comunità.
Tutto ciò è ancora una volta certificato dal report di Assoporti, che attesta il Porto Spezzino tra i più importanti del paese, con il suo flusso merci di 15.881.905 tonnellate; e, soprattutto, il secondo porto gateway in Italia dopo Genova per movimento container.
L’efficienza delle nostre strutture hanno fatto si che il porto sia una vera e propria porta di accesso dei traffici marittimi verso il continente, trasferendo velocemente i container dalla nave verso la destinazione finale e viceversa. Fattori, competitivi e vincenti, che ci hanno permesso l’inserimento nel corridoio Ten che da Malta e attraverso l’Austria e la Germania arriva sino in Scandinavia.
Questa era la situazione prima della Pandemia mondiale. L’emergenza sanitaria ha avuto ripercussioni sul traffico marittimo merci dell’intero pianeta e sul segmento turistico delle navi da crociera creando non poche difficoltà a chi opera nell’ambito portuale, costringendo le imprese a ricorrere agli strumenti di ammortizzazione sociale, con conseguenti perdite salariali per i lavoratori.
Al netto però dell’emergenza sanitaria, che sicuramente incide e inciderà in maniera pesante, un ragionamento sullo sviluppo del porto e sulle sue prospettive future come Sindacati abbiamo il dovere di compierlo.
A partire dalle infrastrutture: da sempre sosteniamo con forza la realizzazione del raddoppio della linea ferroviaria Pontremolese. Un'opera necessaria, che va oltre il sistema provinciale, per assumere un rilievo nazionale e addirittura internazionale.
L'occasione offerta dal vincolo degli investimenti e non dalle spese improduttive per l'erogazione di disponibilità del Recovery Fund-Next Generation EU è lo strumento ideale affinché il Governo Italiano finanzi il completamento di un'opera fondamentale per l'intero Paese.
Fermo restando questa battaglia che deve avere il sostegno di tutte le istituzioni e forze politiche, al nuovo Presidente dell'Autority, a tutti gli operatori portuali coinvolti, a partire dai Terminalisti, chiediamo semplicemente di rispettare gli impegni presi, attuando gli investimenti previsti all'atto del rilascio delle concessioni.
Investimenti ed interventi infrastrutturali come il dragaggio e la realizzazione delle nuove banchine che sono fondamentali per la competitività dei Terminal affinché si realizzi l’auspicato incremento occupazionale previsto dai piani di impresa che per il Sindacato rappresenta una risposta fondamentale allo sviluppo del nostro territorio.
Crediamo sia importante mantenere l’attuale assetto organizzativo nel ciclo delle operazioni e servizi portuali all’interno dei nostri Terminal, attraverso l’utilizzo di imprese autorizzate ai sensi dell’ex articolo 16 della legge 84/94; un modello consolidato che rappresenta un‘eccellenza nel panorama della portualità nazionale e che garantisce ai Committenti la flessibilità necessaria per rispondere alla ciclicità dei traffici e grazie al quale si è sviluppata un'occupazione di qualità, frutto anche di relazioni sindacali partecipative come dimostrato dall’esercizio consistente della contrattazione di secondo livello.
Ovviamente qualora in futuro si riscontrassero situazioni di dumping contrattuale tra le varie imprese del settore portuale, sarà obbligo del futuro Presidente mettere in atto tutte gli strumenti previsti dalle norme di legge.
Su questi temi e su altre criticità, esistenti nella realtà portuale, riteniamo importante come Organizzazioni Sindacali aprire un confronto di merito sia con il nuovo Presidente dell’Autorità portuale che con tutti gli attori in campo, con l’obiettivo dichiarato di consolidare la posizione strategica che il Porto Spezzino si è conquistato negli anni all’interno del sistema portuale nazionale.
Le segreterie provinciali