Sono crollati di numero, e di per sé è un’ottima notizia. Durante il lockdown i furti nelle abitazioni sono diminuiti del 76% e i furti negli esercizi commerciali del 68%. A registrarlo il ministero dell’Interno. Ma il ritorno, sia pure parziale, alla normalità e l’avvicinarsi delle settimane di picco del turismo estivo, a Ferragosto e dintorni, non lasciano sperare nulla di buono. Anche perché, lontana o vicina la meta vacanziera di quest’anno, anno del turismo di prossimità, le case, i negozi, i laboratori rimarranno comunque sguarniti. E i ladri, spesso autentici professionisti del furto, potrebbero cercare di recuperare il lungo periodo di inerzia forzata. Esiste il rischio concreto, insomma, di una recrudescenza di questo reato odioso, danno economico e insieme violazione dell’intimità familiare.
Tra molti italiani la percezione del pericolo è alta, così in tanti hanno già preso le dovute contromisure. Numerosi connazionali, però, non si sono ancora premuniti, non sono attrezzati di fronte a eventuali “assalti”, e potrebbero ricevere brutte sorprese al loro ritorno dalla villeggiatura, magari solo un lungo fine settimana. Come prepararsi allora? E quanto costa farlo? Il gioco vale la candela? Senz’altro sì, secondo quanto spiegano gli specialisti di CNA Installazione e Impianti.
Ogni ora, oltre 22 furti
Lockdown a parte, negli anni più recenti, il numero dei furti nelle abitazioni e nei negozi si era già ridotto. Ma rimangono oltre 191mila i reati denunciati. Vale a dire, 524 furti al giorno. Circa 22 all’ora. Nel mirino soprattutto le grandi città: è Milano ad avere il triste primato (quasi 14mila furti in dodici mesi) seguita da Roma e Torino. Passando dai numeri assoluti a quelli relativi le sorprese non mancano. A capeggiare la poco invidiabile classifica è Asti (con 655 denunce ogni 100mila abitanti), incalzata da Ravenna e da Firenze. Milano è 23esima, Torino 25esima, Roma 61esima, Napoli quasi in coda alla classica, alla posizione numero 101.
Italiani guardinghi
In sostanza, il calo dei furti c’è, ma la situazione rimane inquietante. E se il merito maggiore della riduzione di furti denunciati va senz’altro alle forze dell’ordine, una fortissima azione di deterrenza è stata attuata dai cittadini. Sono tanti gli italiani preoccupati che hanno investito risorse per ridurre i rischi di intrusioni indesiderate e, se ci si imbatte nei rapinatori, anche pericolose per la propria incolumità. Dal Censis si apprende, infatti, che nel nostro Paese su quasi 30 milioni di immobili dotati di utenze domestiche (acqua, elettricità, gas) due su tre (66,5 per cento) sono muniti di porte blindate, quasi uno su due (42 per cento) di un sistema d’allarme, uno su tre (33,5 per cento) di inferriate a porte e/o finestre, tre su dieci (il 31 per cento) di infissi speciali, vetri anti-effrazione, telecamere.
Ma ancora in molti rischiano
L’italiano, quindi, è popolo guardingo. Dati alla mano, però, emerge che oltre dieci milioni di immobili dotati di utenze domestiche non hanno difese. Tantissime abitazioni sono inermi e ancora troppe persone, indigenti a parte, sembrano attendere il primo furto – o, se va bene, il primo tentativo di furto – per correre ai ripari. Un comportamento molto rischioso, soprattutto alla vigilia del probabile svuotamento dei centri abitati a favore delle località di vacanza, anche solo in una casa dei nonni in campagna riscoperte in quest’anno di emergenza sanitaria ed economica.
Suggerimenti per una casa sicura
Ma come fare per evitare brutte sorprese al rientro della vacanza o, in genere, al rientro a casa? Va ricordato che una casa sicura è un atout, anche psicologico, che vale per sempre, aggiornamenti tecnologici a parte. Prima di tutto ci si deve guardar bene dal raccontare le proprie escursioni fuori casa in contemporanea all’avvenimento attraverso i social e altri mezzi. E in genere dal fornire indizi che dimostrino l’assenza da casa: è opportuno far svuotare la cassetta della posta ed evitare di lasciare messaggi nella segreteria telefonica o nella casella di posta elettronica che possano segnalare il cambio temporaneo di domicilio.
Una spesa che vale l’impresa
La soluzione più economica – spiegano da CNA Installazione Impianti – è rappresentata dalle inferriate: per una grata fissa in ferro di dimensioni medie la spesa si aggira sui 350 euro. L’installazione di una porta blindata costa mediamente 1100 euro, una serratura ad alta sicurezza 6/700 euro, finestre antisfondamento circa 1400 euro al metro quadro. Affidarsi a soluzioni più sofisticate (e, naturalmente, più onerose) – è il caso degli impianti di sicurezza antintrusione – richiede tra 1500 e 3mila euro e anche più. L’integrazione con un sistema di videosorveglianza esige un’aggiunta tra i 500 e i mille euro. Somme alle quali vanno aggiunti i costi di manutenzione e/o aggiornamento necessari a mantenere funzionale ed efficace ogni barriera tra la nostra casa e i ladri.
I consigli di CNA Installazione e Impianti
“L’importante – assicura Carmine Battipaglia, presidente di CNA Installazione e Impianti – è che l’installazione degli impianti antifurto sia effettuata da personale specializzato che usa prodotti di alta qualità. Mai come in questi casi, il cosiddetto fai da te è decisamente sconsigliabile tanto per la funzionalità quanto per l’efficacia degli impianti stessi. Se subisco un furto nella mia abitazione e l’impianto è stato installato da un abusivo l’assicurazione non mi risarcirà. Se poi parliamo di videosorveglianza una telecamera installata non correttamente da qualche improvvisatore espone il committente alle pesanti sanzioni previste dalla normativa sulla privacy”.