Fino ad oggi non possiamo denunciare un calo di traffico imputabile all'epidemia del nuovo coronavirus, ma è lecito attendersi che, nei prossimi mesi, questo effetto si possa verificare. La cautela non fa rima con l’ignavia per cui è consigliabile mantenersi nell’ambito di una prudenza che governi i fatti.
Il porto spezzino gestisce circa il 40% del traffico da e per la Cina di tutta la portualità ligure, per cui il rallentamento delle esportazioni cinesi si potrà concretizzare in un rallentamento delle importazioni italiane.
Dal punto di vista sanitario ci sembra che il Governo nazionale abbia affrontato l'epidemia asiatica con prontezza e decisione destando qualche critica, in particolare da parte del Governo cinese, per il blocco dei collegamenti aerei passeggeri. Il timore ora è che si determini una frenesia normativa che non tenga conto da un lato del principio di proporzionalità e dall'altro dell'esigenza di non incidere in modo devastante sulle attività economiche.
Già l'economia italiana non cresce, già abbiamo oltre 150 punti di crisi per centinaia di migliaia di posti di lavoro, per cui occorre essere prudenti nel rilasciare dichiarazioni che possono indurre il convincimento che il Governo non è attento ai riflessi delle disposizioni assunte per fronteggiare l' epidemia. Nel contempo occorre che vengano assunti provvedimenti utili a rafforzare i presidi nei porti meditandone la praticabilità, a cominciare dalla sicurezza sanitaria, presupposto anche della tranquillità economica e di lavoro.
Ad esempio una disposizione del Ministero della sanità del 2 febbraio scorso prevedeva che tutte le navi dovessero richiedere la libera pratica non più di 6 ore prima dell' arrivo in porto, ma tale disposizione collideva con l'organizzazione del lavoro negli uffici.
Per cui una nuova direttiva del Ministero della Salute il 10 febbraio eliminava il vincolo orario rafforzando comunque le precauzioni.
Sarà dunque anche necessario rafforzare i presidi sanitari: nel porto di Spezia, perché ad oggi abbiamo un'unica professionista, e su Genova e Savona dove sono in servizio in due. E poiché l'ufficio USMAF (Ufficio di sanità marittima aerea e di frontiera) non deve solo controllare le navi e le persone ma anche le merci destinate al consumo, in questo campo siamo – bisogna dirlo - in sofferenza e ritardo.
In questi giorni dovrebbe essere in arrivo un nuovo dirigente per la Liguria ed è indispensabile che venga affrontato il tema dell'efficienza dei servizi di controllo.
Il Ministero della Salute e il Commissario per le emergenze sono avvisati.
Giorgio Santiago Bucchioni
Presidente dell’Associazione Agenti Marittimi del Porto della Spezia