Inaugura venerdì 1 febbraio alle ore 18.30 a Spazio 32 – biblioteca della Fondazione Carispezia e spazio culturale dedicato alle arti visive – la mostra “Toy Stories” del fotografo e giornalista Gabriele Galimberti.
In esposizione 25 fotografie che ritraggono altrettanti bambini provenienti da varie parti del mondo, in posa nelle proprie case con i loro beni più preziosi: i giocattoli. Per oltre un anno Gabriele Galimberti ha visitato più di 50 paesi, dal Texas all’India, dal Malawi alla Cina, al Marocco e alle Fiji, e ha registrato la gioia spontanea e naturale che unisce i bambini nonostante i diversi background. Non importa che il bambino possieda una vera e propria flotta di auto in miniatura o una singola scimmia di pezza: l’orgoglio che Galimberti cattura tramite la macchina fotografica è commovente e stimolante.
«È un progetto molto semplice», spiega Galimberti. «Non devi sapere tutto sulla storia della fotografia o avere una conoscenza approfondita delle diverse tecniche fotografiche, per apprezzare le immagini in mostra. Mia nonna che ha 85 anni non sa dove si trovano alcuni dei paesi che ho visitato - lo Zambia, il Malawi o le Fiji - ma ricorda i suoi giocattoli preferiti. Ognuno lo fa».
Il progetto, commissionato per fornire un ritratto di un “tipico bambino toscano”, è iniziato a poche miglia dalla sua casa di Castiglion Fiorentino. Galimberti ha fotografato in una fattoria vicina una bimba di quattro anni di nome Alessia, che aveva giocato con una serie di attrezzi agricoli in plastica colorata. «Ho deciso di stendere i giocattoli sul terreno di fronte a lei. C’era qualcosa in quella composizione che mi piaceva». Di volta in volta, Galimberti è rimasto colpito dal modo in cui i giocattoli rivelano qualcosa sulla realtà economica e sociale in cui vivono i bambini. Quei giochi raccontano molto delle madri e dei padri, delle loro speranze e delle loro ambizioni.
Nelle zone povere del mondo è diverso. «Sono finito in un piccolo villaggio nel nord dello Zambia dove non c'era niente. Niente elettricità, niente acqua e, naturalmente, niente negozi di giocattoli. Ma i bambini avevano trovato una scatola di occhiali da sole - penso che fosse caduta da un camion – che sono diventati i loro giocattoli preferiti. I loro unici giocattoli. Giocavano a “mercato”, comprandosi e vendendosi gli occhiali a vicenda, condividendo tutto tra loro».
Gabriele Galimberti (1977) è un fotografo e giornalista che vive spesso in aereo e a volte in Val di Chiana (Toscana), dove è nato e cresciuto. Negli ultimi anni ha lavorato a progetti fotografici documentari a lungo termine, alcuni dei quali sono diventati libri, come Toy Stories, In Her Kitchen, My Couch Is Your Couch e The Heavens. Il suo lavoro consiste nel raccontare, attraverso ritratti e racconti, storie di persone in tutto il mondo, mettendo in evidenza le loro peculiarità e differenze, le cose di cui sono orgogliosi e gli oggetti di cui si circondano. È attualmente in giro per il mondo, e lavora sia per progetti singoli e collettivi, sia per riviste e giornali internazionali, come National Geographic, The Sunday Times, Stern, Geo, Le Monde, La Repubblica e Marie Claire. Le sue foto sono state esposte in festival e musei, come il Festival Images a Vevey, in Svizzera, Le Rencontres de la Photographie (Arles) e il V&A Museum di Londra.
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