Il progetto sperimentale “Per aspera ad astra. Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza” promosso da Acri e sostenuto da un nucleo di Fondazioni, tra cui Fondazione Carispezia, presenta alla Spezia il primo evento finale con lo spettacolo teatrale “Incendi”, che coinvolge un gruppo di detenuti della Casa Circondariale “Villa Andreino”.
Lo spettacolo, curato dall’Associazione Gli Scarti, andrà in scena giovedì 31 gennaio e, in replica, venerdì 1 febbraio al Centro Culturale Dialma Ruggiero, in via Monteverdi 117 (inizio ore 21.00, ingresso gratuito – obbligatoria la prenotazione al 346 4026006 / 375-5714205 o preferibilmente a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).
“Per aspera ad astra” parte dall’esperienza ultra trentennale della Compagnia della Fortezza di Volterra guidata dal drammaturgo e regista Armando Punzo che, nel corso della sua lunga attività, ha costruito un patrimonio consolidato di buone pratiche, raggiungendo livelli di eccellenza. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di tracciare un percorso che consenta di mettere assieme le migliori esperienze e prassi di teatro in carcere presenti in diversi contesti territoriali, farle dialogare e diffonderne l’approccio anche a beneficio di altri contesti e operatori.
L’esperienza di Armando Punzo – che sarà presente nella serata di giovedì 31 gennaio alla Spezia per incontrare il pubblico al termine dello spettacolo – testimonia come sia possibile lavorare in questi contesti nell’“interesse del teatro e delle arti e dei mestieri del teatro”, oltre che per le finalità rieducative e risocializzanti. La divulgazione e la promozione del “teatro in carcere” significa anche permettere di abbattere la separazione di cui spesso il mondo delle carceri soffre rispetto alla società civile, così da creare un clima di consapevolezza rispetto al compito che essi assolvono: operare per il reinserimento del detenuto nel mondo esterno.
Il progetto si articola in una serie di eventi formativi e di workshop realizzati all’interno degli Istituti di pena localizzati nei territori di competenza delle Fondazioni partecipanti, rivolti a operatori artistici, operatori sociali, partecipanti alla scuola di formazione e aggiornamento del Corpo di Polizia e del personale dell’Amministrazione Penitenziaria, detenuti.
Alla Spezia sono stati coinvolti nei laboratori teatrali, di scenografia e scenotecnica, avviati nel mese di settembre e guidati dall’Associazione Gli Scarti, 16 detenuti della Casa Circondariale “Villa Andreino”, con la collaborazione della direzione, di operatori sociali e polizia penitenziaria.
Lo spettacolo “Incendi” rappresenta quindi l’esito finale di questo primo anno di lavoro sul territorio spezzino, nell’ambito dell’iniziativa sperimentale nazionale, e vedrà in scena i detenuti, non solo in quanto destinatari di un progetto educativo, ma quali attori non professionisti il cui difficile vissuto contribuisce a creare un teatro capace comunque di generare cultura e bellezza e dove il non professionismo più che un limite può costituire un’opportunità.
“Per aspera ad astra” è un progetto promosso da Acri (Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio) e sostenuto da Compagnia di San Paolo, Fondazione Cariplo, Fondazione CON IL SUD, Fondazione Carispezia, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra.
“Incendi”
Esito finale dei laboratori teatrali e di scenografia con i detenuti della Casa Circondariale della Spezia
a cura di
Associazione Gli Scarti
Enrico Casale, Renato Bandoli, Simone Benelli, Matteo Di Somma, Maurizio Camilli
per il laboratorio di scenografia e scenotecnica
Alessandro Ratti, Daniele Passeri, Enrico Corona
testi da G. Buchner – J. Genet – O. Wilde – H. Muller – A. Trusiano – Y. Boulahia – A. Artaud – F. Nietzsche
“Incendi” sta per il calore che può generarsi dalla rinascita dell’immaginazione contro l’emarginazione della vita reclusa. Incendio d’amore per l’arte, per la bellezza che risplende come stelle, “per aspera ad astra”.
Attraverso alcune figure visionarie tratte da autori e poeti “scomodi” (J. Genet, O. Wilde, G. Buchner, A. Artaud, C. Baudelaire, F. Nietzsche, ecc.) ci avviciniamo a quella dimensione dell’essere umano in cui un semplice bagliore può riverberarsi dal teatro alla vita e dalla vita verso il teatro.
Un laboratorio teatrale che nella pratica della scena è contemporaneamente memoria e esplorazione di mondi possibili, e che non “rappresenta” qualcosa ma che vive la vita nel suo manifestarsi. Un teatro che non finge l’azione drammatica ma che agisce la finzione dell’arte.