Tusini, cittadino sarzanese, è stato uno scienziato, soldato - patriota e medico impegnato, è il caso di dirlo, in prima linea. Il suo impegno durante la prima guerra mondiale ha di fatto salvato la sanità militare impegnata sul fronte di guerra dal collasso e contribuito allo sviluppo della sanità italiana tutta.
Il convegno, corredato da una mostra fotografica che ben rende le situazioni in cui operavano i medici dell’epoca, lo vuole ricordare e vuole fare conoscere ai giovani la statura dell’uomo e l’opera da lui portata a termine.
Ne hanno parlato questa mattina in conferenza stampa gli Assessori Nicola Caprioni e Daniele Castagna, il Dott. Giansalvatore Filorizzo (che domani introdurrà l’evento) ed il relatore Prof. Massimo Saviano, Ordinario di Chirurgia Generale all'Università di Modena e Reggio Emilia.
Giuseppe Tusini, nato a Sarzana l’8 marzo del 1866 e laureatosi in Medicina a Genova, nel 1890, non fu solo un eminente chirurgo (già primario dell’ospedale di Sarzana) ed un riconosciuto docente universitario, ma svolse un ruolo fondamentale in quella che si rivelò ben presto non la guerra lampo prevista, ma un lungo e logorante combattimento da trincea, la prima guerra mondiale. Dopo la quarta battaglia dell’Isonzo il Comando Supremo e le istituzioni politiche si trovarono a dover fronteggiare la carenza di medici necessari a sopperire alle impellenti esigenze sanitarie, tra morti, feriti e contagiati da tifo e colera, le risorse sanitarie non erano sufficienti. La Sanità Militare, come anche quella territoriale, privata dei medici necessari per il fronte, era al collasso, fu allora che Tusini si fece artefice di un’iniziativa che salvò la situazione. Già Clinico Chirurgo all’Università di Modena e arruolato come volontario della Croce Rossa Italiana, allora militarizzata, ideò e riuscì ad organizzare una Scuola Medica da Campo in zona di guerra, antesignana di un vero campus universitario. La cosiddetta “Università Castrense di San Giorgio di Nogaro (Udine), per accelerare i corsi di laurea e la formazione degli studenti del V° e VI° anno sotto le armi, dove docenti e studenti finivano il biennio di medicina direttamente sul campo, approfondendo in diretta i propri studi e mettendo alla prova coraggio e capacità. San Giorgio diventò entro breve una vera e propria città ospedale e il cospicuo numero di profughi proveniente dalle zone invase consentì agli studenti anche studi reali non solo sulla traumatologia ma anche di pediatria, ostetricia e ginecologia. Furono 5997 i feriti e malati usati per le lezioni ed esercitazioni cliniche, in aggiunta alle lezioni teoriche, in quell’Università da campo diventata in breve un esempio europeo di volontà e di capacità creatrice. Centinaia gli studenti che conseguirono la laurea sul posto in pratica diretta, un impegno proseguito sul campo di battaglia che ha registrato molti autori di fatti eroici, come pure molti caduti sul campo. Tusini operò incessantemente non solo negli ospedali di San Giorgio ma in tutta la zona di guerra, quale Ispettore Medico e Consulente chirurgico della III° Armata.
Tra gli oltre 2300 interventi e consulti eseguiti ebbe anche occasione di operare un paziente particolare, l’allora Caporale Benito Mussolini, ferito gravemente nel febbraio del 1917, episodio che divenne di dominio pubblico solo alla morte dell’insigne chirurgo.
Al suo funerale a Sarzana nel 1940 arrivò un telegramma di condoglianze alla famiglia inviato dal Duce in persona.
Al termine della guerra a Tusini vennero conferite due medaglie, una di argento al valore militare dal Comando della III° Armata e una d’oro al merito dalla CRI. Riprese poi la sua opera di Docente universitario e nel 1920, divenuto Clinico Chirurgo a Genova, lasciò la direzione dell’ospedale di Sarzana ad un altro illustre concittadino, Angelo Lucri, che già lo aveva sostituito durante il suo impegno bellico. Non più direttore del S. Bartolomeo riuscì comunque ad intervenire con perizia sui feriti sopravvissuti allo scoppio di Falconara. Nel 1939 fu nominato Senatore del Regno e morì a Genova il 22 maggio del 1940, all’età di 74 anni. Dopo il funerale in forma solenne, Tusini riposa nella tomba di famiglia al cimitero urbano di Sarzana, in suo onore una strada intitolata nel suo Comune ed una cittadinanza onoraria alla memoria del Comune di San Giorgio di Nogara, in occasione del centenario della fondazione dell’Università Castrense.
“Questa sarà la prima iniziativa di una serie dedicata ai cittadini sarzanesi che hanno dato lustro alla città, e Tusini ne è un rappresentante immenso, va ricordato e raccontato a chi non conosce il suo valore e la sua storia – dicono Caprioni e Castagna – domani aspettiamo tutti i sarzanesi alla “Casa della Salute” (via Agostino Paci 1) alle ore 17”.