Opere che si concentrano su latte e ferri smaltati per produrre quadri-scultura animati da marchingegni elementari apparentemente ludici come quelli dei giochi per bambini ma che in realtà nei meccanismi si rivela la natura drammatica che nasce dal movimento convulso e poco armonioso. “Vetrine” che come teche di un immaginario museo di scienze naturali conservano rarissimi elementi vegetali (la lamiera da materiale di scarto trasformata in materiale raro e prezioso), collage-disegni su carta impreziosite dal disegno dell’artista. E’ questa l’arte di Francesco Bocchini (Cesena 1969) artista eclettico che ha collaborato anche con la compagnia Teatro Valdoca e con la Societas Raffaello Sanzio che fino al 22 ottobre espone la mostra “Il cattivo sogno” nelle sale di Palazzo Ducale a Massa (Ms), Piazza Aranci 35, promossa dal Comune di Massa con la direzione artistica di Mauro Daniele Lucchesi dell’Associazione Quattro Coronati.
“Per me un cattivo sogno – spiega l’artista – è quando non si riesce ad avere un rapporto intimo con gli oggetti che abbiamo davanti perché distratti da altre cose. Il nostro mondo visivo è spesso filtrato da qualcosa e anche le opere di un’artista esistono solo se chi le guarda riesce ad avere un rapporto personale con l’opera stessa”.
Il percorso espositivo comprende 18 opere, tra questi meccanismi a parete grandi e piccoli, una grande scultura di 5 metri appositamente realizzata per l’occasione “Crocefissione Grunewald” un enorme fiore in lamiera di ferro stagnata che riprende la drammaticità del famoso quadro di Grunewald, carte-collage e una grande “vetrina” dal titolo “Blanco Psico Macrobio” un grande reliquario dove le immagini create da Bocchini, in omaggio all’attività empirica di Ambrogio Teodosio Macrobio, proiettano lo spettatore all’interno di uno spazio scenico aperto a mille interpretazioni, divagazioni e fraintendimenti.
Il regno dell’artista sono le lamiere che nelle sue mani si colorano e si animano, rigenerate da uno spirito vitale in meccanismi e installazioni dal grande potere evocativo. Questo forse grazie anche al fatto che Bocchini è originario di Gambettola, paese cesenate famoso per il recupero del ferro e delle lamiere. "Con il tempo ho sviluppato l'idea di movimento - ha aggiunto Bocchini - e le mie opere possono essere toccate e manipolate dai visitatori che girando una manovella mettono in moto marchingegni di varie dimensioni che però restano nascosti per togliere loro la possibilità di guardare dentro, e lasciando il funzionamento alla fantasia”. L’approccio pare ludico, divertente, disimpegnato in realtà le sue opere rivelano all’osservatore attento una poetica drammatica al cui fine contribuiscono i titoli, l’oggetto di scarto (le lamiere, le carte, gli scarti delle lavorazione metalliche), la materia, il saper fare (quello che una volta veniva chiamato il mestiere) diventano il pretesto per realizzare opere estremamente concettuali dove il pensiero convive con la materia.
La mostra sarà aperta ad ingresso libero sino al 22 ottobre nel Palazzo Ducale di Massa (Ms), splendido palazzo tardo rinascimentale costruito dalla famiglia Cybo Malaspina, in Piazza Aranci 35 da martedì a sabato dalle ore 17 alle 20.
Per informazioni: Comune di Massa, tel: 05854901 - Associazione Quattro Coronati: telefono: +39 3288375423
Francesco Bocchini breve biografia
Francesco Bocchini dal 1992 al 1995 lavora con il Teatro Valdoca di Cesena realizzando sculture e installazioni per gli spettacoli Antenata (tornare al cuore), Antenata (Enigma), Ossicine, Fuoco Centrale. Nel 1995 fonda il teatro REBU realizzando performance e installazioni visive. Collabora successivamente con Accademia Perduta e altre compagnie tra cui Rio Rose e Bjorn Teatre in Danimarca e Dei Calci Teatro a Bologna. Dalla metà degli anni ’90 il suo lavoro è stato esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero, in gallerie private e in spazi pubblici. Vive e lavora a Gambettola (Cesena).Nel 2017 è stato invitato a partecipare a Modus, Evento Collaterale della 57ª Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, a cura di Eleonora Frattarolo e Martina Cavallarin. Negli anni precedenti, tra le mostre collettive in spazi pubblici ricordiamo: Round the Clock, Evento Collaterale della 54ª Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, a cura di Martina Cavallarin Playstation, Kunstart, Merano, a cura di Valerio Dehò (2009); Steellife, Triennale di Milano, a cura di Elisabetta Pozzetti (2008); Frescobosco, Certosa di Padula, Salerno, a cura di Achille Bonito Oliva (2008); 15ª Quadriennale d’Arte, Roma (2008); Bologna Contemporanea 1975 – 2005, Galleria d’Arte Moderna, Bologna, a cura di Peter Weiermair (2005); XIV Quadriennale, Anteprima, Promotrice Belle Arti, Torino (2004).