E’ successo anche nei giorni scorsi, quando un gruppo di studenti del “Dipartimento delle scienze umane, sociali e ambientali” presso la “Daito Bunka University” di Tokyo, guidati dal loro docente Daniele Resta e dalla coordinatrice del viaggio, Eri Nakanishi, hanno fatto tappa a Levanto visitando il centro storico e informandosi su tutte le “buone pratiche” attivate nelle realtà locali che, come Levanto, aderiscono all’associazione “Cittàslow”, con particolare attenzione alla gestione delle risorse ambientali, alle attività agricole, alla trasformazione degli ex rustici della vallata in attività ricettive e, naturalmente, ai prodotti tipici dell’enogastronomia locale.Particolarmente apprezzato l’intervento di recupero del sentiero che, collegando gli Orti di San Giacomo a Prealba, consente di attraversare la cinta delle mura medievali proprio sotto la Torre dell’orologio, a ridosso del nucleo abitativo che diede origine al paese, laddove fino alla fine del ‘400 si apriva il porto commerciale e che oggi ospita la piazza della Loggia, l’Ospitalia del mare e i resti dell’antica darsena. La visita (organizzata e coordinata sul posto, con tour guidato, dal Comune di Levanto), non poteva terminare che con la fatidica “prova del pesto”. Studenti e docente hanno potuto seguire il corso tenuto da Monia Romano nel suo negozio/laboratorio di corso Italia sulla preparazione della tipica salsa ligure, e cimentarsi a loro volta con pestello in legno e mortaio in marmo di Carrara per trasformare i preziosi ingredienti in una freschissima salsa verde che poi è stata spalmata sul pane e gustata come aperitivo accompagnandola con vino doc delle colline di Levanto. Quindi cena a base di pesce e prodotti locali e ripartenza il giorno successivo dopo una colazione con gli immancabili “gattafin”: per far sì che la visita fosse davvero gratificante anche per il palato.