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“La vita è un’altra cosa”, incontro dedicato a Ketty La Rocca In evidenza

Il 31 maggio alle ore 17 ial CAMeC. Ingresso libero.

 

Il CAMeC ricorda Ketty La Rocca (La Spezia, 1938 - Firenze, 1976), una delle più importanti artiste italiane del XX secolo, protagonista della neoavanguardia conosciuta e apprezzata a livello internazionale, esponente di primo piano e interprete assai originale della Poesia Visiva e della performance.

Sarà l’occasione per ascoltare la voce di diversi autorevoli studiosi della sua ricerca, con particolare riferimento al denso volume dato alle stampe nel 2015 Ketty La Rocca. Nuovi studi (Postmedia Books), a cura di Francesca Gallo e Raffaella Perna, che raccoglie i saggi delle curatrici, di Silvia Bordini, Ada De Pirro, Elena Di Raddo, e la postfazione di Lucilla Saccà (già curatrice di un’interessante monografia del 2003 dedicata all’artista). Il libro propone nuove riflessioni sulla sfaccettata produzione artistica di Ketty La Rocca, analizzata nel contesto dell’arte italiana e internazionale degli anni Sessanta e Settanta, anche grazie al reperimento di fonti documentarie inedite che hanno permesso di restituire i molteplici ambiti di interesse e i riferimenti culturali dell’artista, dalla linguistica alla semiotica, dall’antropologia alla psicologia.

L’appuntamento prevede gli interventi introduttivi di Leo Lecci (Università di Genova) e Paola Valenti (Università di Genova) seguiti dai contributi di Elena Di Raddo (Università Cattolica del Sacro Cuore), Francesca Gallo (Università Sapienza di Roma), Raffaella Perna (Università Sapienza di Roma).

Parteciperà inoltre Michelangelo Vasta, figlio di Ketty La Rocca e depositario del suo Archivio. Per il CAMeC e per la Spezia è questa l’occasione per rinnovare il ringraziamento al prof. Vasta che nel 2001, in occasione della mostra dedicata all’artista a Monsummano Terme, ha donato appunto alla città natale della madre l’opera Installazione con specchi, del 1967. Esposta al pubblico per la prima volta presso il Palazzo delle Esposizioni a Roma, è composta da 23 elementi specchianti e rappresenta la volontà di indagare l’interazione fra lavoro dell’artista, spazio ospitante, spettatore, che entra nell’opera e la modifica. E, per questo incontro al CAMeC, l’importante installazione sarà nuovamente visibile nella sala dedicata alle raccolte permanenti.

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