Così è stato l’incontro di sabato pomeriggio a Sarzana, dove una sala consiliare folta di pubblico ha ascoltato dalla voce dei due autori come la mano della giustizia sia riuscita a riaprire l’armadio della vergogna e a ristabilire dove possibile la verità.
Il caso ha voluto che l’incontro sarzanese fosse concomitante con la scoperta di una cellula neonazista alla Spezia. Accostando passato e presente, Il senatore Massimo Caleo l’ha ricordata e accolta con i suoi complimenti alle forze dell’ordine e alla procura mentre in sala era presente il procuratore capo Antonio Patrone.
Nel suo intervento Paolo Pezzino, professore di storia contemporanea all’Università di Pisa, consulente tecnico della magistratura, esperto in materia del movimento di Liberazione (per questo chiamato a suo tempo dal sindaco di Sarzana Paolino Ranieri per realizzare il museo della Resistenza), ha ripercorso gli anni successivi al processo di Norimberga. “La giustizia a un certo punto – ha detto – mise da parte la celebrazione di processi dimenticandosi di vittime innocenti uccise dai tedeschi. Fu una responsabilità grave della politica impegnata, con l’alleata Germania Ovest, a far fronte nella guerra fredda contro il blocco sovietico. Dopo la caduta del muro di Berlino, 695 fascicoli giudiziari furono ritrovati e inviati alle procure territoriali”.
Il suo racconto è finito dove è iniziato quello di Marco De Paolis. De Paolis, capo della Procura militare di Roma, ha guidato quella della Spezia tra il 2002 e il 2008, periodo nel quale vennero istruiti 450 procedimenti sulle vicende dei crimini di guerra dei nazisti. Una testimonianza la sua di grande spessore morale. Ha scritto nel libro e ribadito nell’intervento: “Rinunciare ad accertare la responsabilità penale nei confronti di persone che si sono macchiate di crimini così orrendi finirebbe per costituire un’offesa intollerabile alla giustizia, alla memoria dei caduti e alla dignità dei loro familiari». Ha concluso definendo il suo lavoro inquirente “un atto d’amore verso le vittime e i loro familiari, un’azione inquirente non contro vecchietti ma contro vecchi criminali”.
I discorsi pronunciati da Pezzino e De Paolis sono stati preceduti da quelli del sindaco Alessio Cavarra, del senatore Massimo Caleo e di Massimo Dadà, presidente del Museo audiovisivo della Resistenza delle province spezzina e apuana a Fosdinovo.
Cavarra ha fatto gli onori di casa e ripercorso il duro prezzo pagato dalla terra di Lunigiana alle stragi. Dadà ha illustrato i percorsi e i musei della memoria della Resistenza in tutta Italia. Caleo ha ricordato l’importanza di tramandare alla memoria dei posteri la sana giustizia di una società civile e i valori di una sana repubblica. Ha poi citato la città di Sarzana “oggi con Pezzino e De Paolis ancora esempio di cultura antifascista come nel passato per la guerra di Resistenza e i fatti del Ventuno”.
A lavori conclusi, Caleo ha acquistato cinque libri di De Paolis e Pezzino da donare alla biblioteca della scuola ‘Parentucelli’. “Un’iniziativa – ha affermato – perché i giovani possano conoscere direttamente l’opera e con essa le responsabilità delle stragi nazifasciste”.