Dopo le grandi esperienze di Erwartung, l'Attesa (sulla vicenda della Spezia Porta di Sion) e la Fattoria degli animali di G. Orwell, prosegue l'impegno del Coro De Andrè nel teatro 'sociale', con un'opera stavolta completamente originale.
Lo spettacolo nasce da una riflessione curiosa: la consapevolezza di essere parte di una pur atipica Terza guerra mondiale che sembra avere, cento anni dopo la Prima, il medesimo inizio temporale. "15 – 18", spettacolo reale e feroce, deve il suo nome a questa analogia e all'età dei ragazzi sul palcoscenico, che non casualmente rispecchia quella che molti combattenti della Grande Guerra avevano prima di partire.
Il lavoro di improvvisazione estrema, al limite della sopportazione emotiva, ha reso possibile la costruzione di un testo nato dalla reale sofferenza dei ragazzi che lo hanno pensato e scritto; un testo duro, vero, contemporaneo, ma lirico e con un grande potenziale evocativo, capace, attraverso una scansione liberamente ispirata alle 14 stazioni della Via Crucis, di mettere in luce quello che è un aspetto fondamentale della guerra: la sua sacralità. Un pugno nello stomaco, per tutti: per i ragazzi che vi si specchieranno, per gli adulti, impotenti responsabili dell'atrocità del mondo.
15 – 18 è il palcoscenico per tre scenari: quello distopico di un'Europa scossa nelle fondamenta da terribili terremoti, tali da far temere il ritorno alla vecchia Pangea in cui l'invasione e la trasmigrazione dei popoli appare inevitabile e incontrollabile; quello lontano delle trincee della Prima guerra mondiale evocato anche dall'età dei giovani protagonisti, trenta ragazzi tra i quindici e i diciott'anni; e quello presente, reale, contemporaneo, della paura.
Una paura che non è solo quella banale dello straniero, o dell'invasore, ma è anche quella di se stessi, di scoprirsi fragili o terribili dentro una situazione nuova, sconosciuta e claustrofobica.
15 – 18 è il fascino antico della lusinga, della guerra, della persuasione, ma è anche l'occasione, forse ultima, per scegliere un'altra via, 'per consegnare alla morte una goccia di splendore e di verità', lungo il cammino di quattordici stazioni silenziose..
15 - 18 (..non è buio ancora..)
Lunedì 6 febbraio ore 21
Teatro Civico
Ingresso 10 €
Da un'idea di Gloria Clemente
Testo: 'Compagnia' Fabrizio De André, supervisione al testo Alice Sinigaglia
Regia: Enrico Casale
Musiche eseguite dal vivo da Andrea Cozzani e Gloria Clemente.
Qui sotto è possibile scaricare la locandina.