Prendendo spunto dai cinque esemplari creati dalla Maison Fabergé presenti nel Museo del Sigillo (tra i quali un piccolo fungo in quarzo appartenuto ad Alexander Mikhailovich, cognato di Nicola II e suocero del principe Jusupov, l'uccisore di Rasputin) l'incontro presenterà la vita e le opere di Peter Carl Fabergé, orafo e gioielliere russo di origini ugonotte che con la sua straordinaria creatività e la sua abilità tecnica riportò l'arte dell'oreficeria a un livello non più raggiunto dopo il Rinascimento.
Nato da immigrati, nel 1870Fabergé assunse la guida della gioielleria di famiglia, conquistandosi ben presto fama di grande disegnatore. Interessato più alla qualità estetica che al valore materiale dei monili prodotti, Fabergé non esitò a utilizzare anche metalli e gemme semipreziosi e a elaborare forme e decorazioni ispirate a stili diversi: dall'antica tradizione russa all'arte greca, dallo stile rinascimentale al barocco, per giungere infine all'Art Nouveau. Fu nominato orafo e gioielliere della Corte imperiale russa e lavorò per molti sovrani europei.
Nel periodo di massimo splendore, la sua manifattura – che non avrebbe più saputo risollevarsi dopo la Rivoluzione d'ottobre – vantava filiali a Mosca, Odessa, Kiev, Londra e San Pietroburgo, e impegnava ben settecento persone nella produzione di oggetti preziosi di svariate forme, come cestini per fiori, animali in miniatura, calici, bomboniere e soprattutto le famose uova di Pasqua, dono tradizionale dello Zar alla Zarina.
L'incontro, a cura di Anna Rozzi -responsabile del Museo del Sigillo- si svolgerà presso la sede del Museo, in via del Prione 236, con entrata dal Museo Lia. Ingresso gratuito.
Per informazioni: 0187 778544 oppure Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.